...succede a volte che tornano fuori potenti e non si può fare nient'altro che stare lì a subire. Mi han fatto ripensare al mio parto. A quanto lo abbia subito, anziché esserne parte attiva.
A quanto ero sicura sarebbe andato diversamente, a quanto invece abbia preso una piega inaspettata.
Che non ho potuto controllare.
Ne sono uscita sconfitta, con la netta sensazione che l'avrei potuto evitare se solo fossi stata più forte.
Mi ero documentata, sul parto naturale. Ero talmente convinta che non ho voluto neanche tentare di accaparrarmi l'epidurale gratuita. Non che non avessi una fifa blu. Ma le scelte sono scelte. Volevo un parto il meno medicalizzato possibile.
E per questo avevo aderito al programma dell'ospedale che mi permetteva di partorire nella posizione che più mi veniva congeniale (già che bisognasse aderire a un programma la dice lunga sul tipo di ospedale, ma quello avevo scelto).
Peccato che tutte queste cose le abbia volute mettere in pratica in una notte di agosto tra venerdì e sabato, quando l'ostetrica di turno era una neolaureanda.
Delle mie scelte se n'è fregata bellamente, mi ha piazzato in un letto in sala parto con tutto attaccato e mi ha detto di rimanere lì. Ai tentativi di cambiare posizione era totalmente sorda. Al cambio turno, finalmente mi danno retta, ma ormai era incanalato male. A niente sono valse 3 ore di spinte e tentativi.
Il dolore che ho provato quando mi hanno obbligato a smettere di spingere per farmi l'anestesia per l'operazione penso non lo scorderò mai più. Dolore sia fisico che morale.
Dopo non ho sentito più niente, neanche Di. Lui che mi aveva tenuto compagnia tutta la notte avvertendomi con il suo battito quando arrivava il dolore.
Ricordo che quando ho sentito il suo pianto qualcuno dietro di me (una donna) ha detto "almeno fateglielo vedere" e il dottore lo ha tirato su per una gamba. "Questo è il massimo che posso fare".
Una gamba.
E' la prima volta che lo racconto.
Solo con Iddu che era presente ogni tanto accenno all'argomento.
E adesso rimango qui indecisa se pigiare il tasto pubblica oppure no.
E' difficile condividere certe cose, se ti fanno ancora un po' male.
Owl (post originale)
Grazie Maia T_T
RispondiEliminaScusami, ma non sono mai riuscita a riscriverlo... non mi venivano le parole!
Ma di che ti scusi??? Scusami tu se l'ho pubblicato prima di avvisarti (lo avrei fatto in giornata), è che temevo appunto chiedendotelo di metterti pressione... ma desideravo pubblicarlo davvero, spero di non aver fatto male. Un bacio
RispondiEliminaMi dispiace, davvero mi dispiace. E' un racconto che fa male.
RispondiEliminaNon avresti dovuto essere più forte, nè più accorta, ma semplicemente avere accanto persone che non ti mettessero i bastoni in mezzo alle ruote con tanta ottusità. Più che sconfitta da te stessa, hai tutti i motivi per essere un pallone gonfio di rabbia. So, per esperienza personale, che basta davvero poco perchè un parto si fermi, ma col calore umano e la fiducia riparte. Basta davvero poco perchè le cose si mettano male e se proprio non c'è rimedio, col calore umano anche un cesareo d'urgenza diventa meno traumatico e più dolce. Il tuo è quel genere di racconto che mi fa venire voglia di prendere un kalashnikov.
Comunque.... grazie !
Ciao Marzia! Tu così mite e gentile imbracci un kalashnikov, è tutto dire ;-P
RispondiEliminaCome dicevo a Owl, sono rimasta colpita oltre che dall'impreparazione dell'ostetrica, soprattutto dal gesto inqualificabile del ginecologo - un gesto talmente assurdo e cinico che mi ha fatto pensare alla cosiddetta "sindrome da burn-out". Spero che pigiando il tasto invio come ha fatto Owl, la condivisione di questi brutti ricordi li facciano essere meno dolorosi
owl, il tuo è un racconto che ci fa tanta rabbia e dispiacere, insieme
RispondiEliminarabbia perchè purtroppo queste cose succedono ancora, perchè questa pessima abitudine di scaricare la nostra insicurezza sulle donne a volte sembra quasi una malattia genetica della nostra categoria. Le scuse sono tante - la formazione inadeguata, l'impossibilità di seguire bene le giovani, la pessima abitudine di illudere di parti che non tutte all'interno dell'H sanno sostenere ecc ecc - ma il dato reale è che per una donna l'esperienza di quella nascita è unica e se la si "rovina" malamente non c'è possibilità di riparazione.
POsso solo dirti che abbiamo stampato il tuo racconto e l'abbiamo appeso nella nostra lavagnetta della sala partoGrazie per averlo pubblicato perchè ci ha aiutato a fermarci e a riflettere, in questa notte tranquilla di sala parto .
Marisa e colleghe
p.s. pura curiosità, ma ... cosa vuol dire concretamente che hai dovuto aderire al programma del parto naturale?
Grazie mille per le vostre parole! Scusate se non sono passata prima ma sono ancora via! Appena sarò a casa risponderò ai vostri bellissimi commenti!
RispondiEliminaGrazie ancora maia per averlo pubblicato :-)