sabato 17 luglio 2010

aripijatevelo!

Sono stata fino al parto una quasi mamma ideologica... una di quelle che sono sicure di sapere già tutto, che in fondo quelle che se la vivono male vuol dire che non erano pronte/ non lo amano/ si devono rilassare; sono stata quella che voglio sentire il dolore del parto, in fondo lo fanno miliardi di donne da sempre, che appena lo vedrò sicuramente sarò rapita dall'amore, che per carità il ciuccio no, c'è la tetta, che mio figlio me lo cucirò addosso finché non sentirà lui il bisogno di staccarsi perché i bambini devono stare con la madre il più a lungo possibile, che purtroppo devo tornare a lavorare e non potrò vedere ogni suo minuscolo apprendimento. Insomma un'idiota. La gravidanza è stata da invidia, il peso giusto, il piccolo in salute ecc. ecc. Il parto un po' meno, ecco. SOLO 25 ore di contrazioni e travaglio. Alla 24esima ora mentre avvitavo il braccio del mio compagno e davo craniate contro la parete della sala parto ho urlato all'ostetrica (amica, peraltro) "Cazzo dammi della droga, qualunque cosa, sto morendooooo!!!!!!" e di tutta risposta mi sono beccata "A questo punto giusto 'na botta in testa te posso da'"... Ho partorito in ginocchio e dopo che il cordone ombelicale è stato tagliato il mio compagno ha preso il piccolo e me lo ha passato. Ricordo solo, nella luce soffusa della sala parto, di aver preso in mano l'essere ululante, di intravvederlo tra i capelli grondanti sudore e dire con tono decisamente poco entusiasta "bello" mentre lo restituivo alle mani che me lo avevano porto. Durante la sutura (sì perché nella sua sortita dal mio corpo, il ragazzo ha provocato danni) il mio compagno, che non aveva tolto neanche per un secondo lo sguardo dall'urlatore (non si sa mai dovessero scambiarcelo in culla), torna da me, tra il pimpante e il perplesso, "è roscio!!". Fermi tutti, come è roscio? Noi siamo entrambi mori... eh certo, la zia e la nonna... bello scherzo, grazie. Quando mi hanno portato la ventosa rossa da attaccare al povero capezzolo ho seriamente pensato, "e tu di chi sei figlio?". Attaccarlo al seno è stato scioccante per l'emozione e il dolore. Lo guardavo con sospetto. Dopo una settimana a casa piangevo perché mi sentivo un mostro... volevo restituirlo al mittente "Aripijatevelo! Ho sbagliato... stavo scherzando... ma che non capite quando uno scherza?". L'amore infinito e indiscutibile è arrivato molto dopo e delle volte viene messo a dura prova. Il ciuccio gliel'ho dato a un mese e mezzo per disperazione. Il mio compagno non faceva in tempo a infilare le chiavi di casa nella porta che si ritrovava Il Roscio in braccio. Ritornare a lavoro, anche se per mezza giornata, è stato un sollievo. Ho pianto per tutti gli aperitivi che mi sono mancata nei primi mesi, ma qualcosa ho recuperato... mi sono fatta i weekend a Barcellona, Mosca e Berlino senza prole e ho goduto come un picchio. Ci vuole equilibrio e sarebbe bello affrontare i primi figli come si fa con i secondi... ebbene sì ci sono ricaduta e adesso abbiamo anche La Cinesina ridacchiona... partorita con l'epidurale!

Suleima (post originale)

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