Eri uno scricciolo.
La foto dell'abbinamento non ci aveva preparati. Da quel pezzetto di carta lucida ti mostravi a 10 mesi, salda sulle tue gambine cicciotte in quel lettino arrugginito condiviso con altri bimbi. Lo sguardo impenetrabile che non concedeva fantasie di sorrisi. Sembravi sapere cosa volevi.
Ti abbiamo amato poco alla volta, facendo amicizia con ogni piegolina del tuo corpo, con ogni capello arruffato, con quei piedini pagnottina che ti hanno contraddistinta ancora per qualche anno.
L'incontro con te ha rivelato fragilità che avevi ben celato. Eri piccola piccola, con un vestitino da primi mesi, nonostante ci si sia incontrati quando avevi già compiuto un anno.
Ricordo il cuore in tumulto, che mi batteva sin nelle orecchie e tu che arrivavi in braccio alla tua Didi, spaesata nel trovarti addosso occhi sconosciuti.
Ti ho accolta in un abbraccio lieve, scordandomi di tutte le lacrime che l'emozione mi faceva salire agli occhi mentre tu ti lasciavi andare ad un pianto disperato.
Ti ho sussurrato parole che non ricordo ma che avevano il sapore di una ninna nanna, di un sedativo alla tua paura.
Per noi sei venuta alla luce così, in un appiccicoso pomeriggio di novembre, a pochi passi dal Mekong (Vietnam).
Ci hai messo un paio d'ore a sorriderci, facendoci capire quanto senso avesse avuto quella lunga interminabile attesa.
Da allora è trascorso tanto tempo eppure, quando sei triste, ritrovo il tuo sguardo sperduto e sconsolato e ringrazio il cielo di poter essere lì con te a condividerlo e a rendertelo più indolore.
MammaAnna (post originale)
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