Le nascite dei miei figli, i parti, ricordo ogni dettaglio, ogni sensazione fisica e psicologica, gli odori, i suoni. Sono stati i momenti più importanti della mia vita e anche i più emozionanti.
Sono contenta siano andati così, sono contenta di aver fatto due parti naturali e di non aver avuto complicazioni.
Non sono una fanatica del dolore ma per il parto è diverso. Non ho mai preso niente di chimico in gravidanza per paura che potesse avere effetti anche sul bambino, figurati se mi sarei fatta fare un'anestesia (a meno che non fosse davvero necessario). Inoltre penso che il dolore durante il parto sia utile in primis al parto stesso e anche al rapporto con il bambino. Credo che il bambino soffra durante il travaglio stretto dalle contrazioni (non deve essere piacevole) e ancor di più nel suo viaggio lungo il canale del parto. Il desiderio della madre di allontanarsi dal dolore è, a mio avviso, il desiderio di non condividere un'esperienza con il proprio figlio e di non accompagnarlo in quella che sarà una delle fatiche più grandi della sua vita. Alla fine del parto ero felice di aver vissuto insieme a lui (noi due in mezzo al mondo) passo passo tutto il cammino che lo ha portato a staccarsi da me.
Non è stato facile e all'inizio invocavo che mi venisse fatto qualcosa (qualsiasi cosa), ma forse il fatto di aver scelto un ospedale di quel tipo era sintomatico di quella che era la mia considerazione di quel momento. Scelte non ce ne erano, o così o così.
Ero stata ricoverata spesso per minacce di parto prematuro dal sesto mese e una volta alla 38 settimana per falso travaglio ed avevo una dilatazione dell'utero di 3 cm già da qualche mese con il collo appianato. Dal primo episodio di contrazioni intorno al sesto mese non avevo mai smesso di averle, tutti i giorni, non erano dolorose ma costanti. Mi si irrigidiva tutta la pancia e sentivo caldo, mi mancava un pò il fiato ma non avevo dolore.
Un giorno sono andata a fare il mio monitoraggio e avevo delle contrazioni a 100 (molto alte) ma sempre non dolorose ma mia hanno ricoverata dicendo che avrei partorito da un momento all'altro. Dalla visita hanno visto che avevo una dilatazione di 5 cm ma il travaglio non partiva. Ho passato tutta la notte a camminare su e giù per le scale ma niente. Tutto il giorno dopo e le contrazioni si erano fermate. Dopo un altro giorno mi hanno indotto il parto. Non mi mandavano a casa perchè avevo una dilatazione di 5 cm (se mi capitasse ora non mi farei fregare!)
Insomma la mattina intorno alle 10.30 mi attaccano la flebo e il monitoraggio a cintura. Contrazioni altissime ma dolore zero. Ho mangiato in sala parto e sono anche andata al bagno. Poi all'una circa è cominciato tutto. Altro che, queste si che erano vere contrazioni e le sentivo tutte. I dolori partivano dai reni (dicono che è così quando ti inducono il parto, che i dolori sono maggiori e che le contrazioni vengono di reni) e mi paralizzavano. Pensavo "se trovo un coltello me lo pianto nella pancia e me la apro da sola".
Dopo non so quanto tempo mi pareva che non finisse mai, mi hanno visitata, cioè l'ostetrica mi ha piantata due dita dentro (che maleeeee) e mi ha detto di stendermi sul lettino. Li ho cominciato a spingere e spingere a caso e dopo circa un'ora (ero davvero stremata) è nato il mio bimbo di luce. E' nato tutt'insieme in un'unica spinta e il mio compagno, era lì in bella vista a guardarsi tutto (ecco perchè con il secondo lo tenevo per il collo). Non me l'hanno messo subito sopra perchè con lui abbiamo fatto l'estrazione del sangue dal cordone, poi i punti (ed erano tanti) e poi finalmente il mio frugoletto bello ciccio.
Nell'ospedale dove SIAMO nati non lavano i bambini e te li mettono sopra tutti unti e sporchi. E' stato bellissimo. Non lo hanno visitato nè pesato e misurato. Era lì, appenza uscito dalla mia pancia e già cercava il mio seno.
Era il 19 aprile 2007 (un giovedì) alle 16,00
Cat pesava 3,350 ed era lungo 48 cm.
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