venerdì 2 settembre 2011

una gratitudine immensa

Sento il bisgno di raccontare la nascita di emanuele nel vostro blog perchè
dopo aver letto il racconto di Ilaria mi sono rasserenata , le ansie si sono
diradate e sento nel profondo di dovere anche a lei un pezzettino di serenità.
Grazie anche a Maia che ha aperto qusto blog, permettendo uno scambio così
intenso e prezioso di racconti tra donne.

Emanuele era atteso per il 20 di agosto. Per fortuna il caldo era
sopportabile, un po' meno le continue telefonate di amici e parenti che
chiedevano se c'erano "novità".

Quando c'è già un altro bambino l'organizzazione è più complessa, devi ogni
giorno pensare a chi lasciarlo e per noi, avendo scelto di far nascere Emanuele
in casa, questo era un elemento di ulteriore complicazione.

Non me la sentivo di partorire con Maddalena presente (ha tre anni). Avrebbero
dovuto di volta in volta tenerla i nonni, una zia ... ogni giorno aveva la sua
organizzazione.

Il problema nasceva dal fatto che avevamo deciso di non dire a nessuno in
famiglia della nostra scelta, perchè appena l'avevamo ventilata si era
abbattuto su di noi un coro di giudizi negativi "incoscienti", "che bisogno c'è
di fare gli alternativi", qualcuno ci ha detto anche "criminali"
Abbiamo quindi deciso di non dire più nulla, ma certo queste voci none rano
state neutre e l'ansia di fare uan scelta così poco accettata, su cui gravavano
giousdizi così pesanti, non era semplice. Grazie al cielo la mia gienocloga
prima, e poi le mie ostetriche, oltre - inaspettatamente - la pediatra di
Maddalena, ci hanno sostenuto, dicendo che se fossimo stai anche solo in
Svizzera sarebbe stata una cosa normale. Insomma abbiamo "covato" questa
decisione, sempre aperti all'ipotesi di dover ricorrere all'ospedale,s e
qualcosa non fosse andato per il meglio.

Il grazie ad Ilaria per il suo racconto, che avevo poi letto e riletto anche
con Marco, perché la sua testimonianza semplice è stata una vera iniezione di
serenità.

Riprendo il filo ...

Il 15 agosto mi sveglio alla mattina con la sensazione netta che qualcosa sta
cambiando, non ho ancora dolori, non ho perso nè il tappo nè le acque, ma, come
poi mi hanno spiegato le ostetriche, evidentemente ho sentito il cambiamento
del mio assetto ormonale.

Anche Emanuele si muoveva in modo diverso,come se mi volesse dire "ok ci
sono"

Ho chiamato mia sorella, di "turno" quel giorno per Maddalena, le ho detto
che ero stanchissima, se poteva tenere Maddalena a partire da dopo pranzo.
Maddalena era entusiasta di andare dalla zia e mi ha cheisto addirittura se
poteva dormire da lei ... colta la palla al balzo! Sarà che tra corpo e mente è
proprio vero che c'è un filo diretto, perchè appena Maddi se n'è uscita con la
zia, ho sentito la prima contrazione, forte e decisa, che mi ha spiazzato. La
volta scorsa le prime erano appena appena percepibili, i prodromi erano stati
lunghi. Questa volta sono cominciate subito, senza molta gentilezza.

Ho chiamato le mie ostetriche, è arrivata prima Sandra, ha sentito il battito
di Emanuele, poi mi ha visitato ed ero già di 4 cm, grazie, mi ha detto alle
piccole contrazioni preparatorie dei giorni precedenti. In quell'istante mi
sono sentita ufficilamente in travaglio, ho sentito il bisogno di far abbassare
le tapparelle, chiudermi in stanza sul letto, con Marco vicino.

Questa volta, nel dolore sempre più intenso delle contrazioni, non sentivo il desiderio di muovermi, come per Maddi. Sentivo il bisogno di stare abbracciata a Marco, emettendo suoni poco armonici, ma che mi aiutavano a stare nella contrazione.

Sono entrata in uno stato senza percezione del tempo, il tempo era scandito dal
ritmo contrazione-pausa, in un incedere sempre più forte di contrazioni
dolorose. Sandra appariva ad ascoltarmi il battito, a dirmi che Emanuele andava
benissimo, sottovoce.

Ricordo la sua presenza discreta, sapevo che c'era, ma era come se fossi lì, sola con Marco. Poi mi sono resa conto che è arrivata Elisabetta, la seconda ostetrica, anche lei in silenzio.

Ad un certo punto, ho sentito le contrazioni che stavano quasi fermandosi, ho
avuto voglia di andare in bagno, di bere ... ero di nuovo lucida. Ho chiesto
come mai si era tutto fermato, e Sandra mi ha ddetto che era una pausa,
necessaria per riprendere energie prima dello sforzo finale, per me e per
Emanuele.

Dopo un tempo che non so dire (poi mi hanno detto che era passta un'oretta ed
erano ormai le 19) ho sentito di nuovo arrivare una contrazione, di nuovo
fortissima che mi ha rotto il sacco. Lì ho sentito una sensazione di dolore
enorme, come se mi spaccassi tutta. Sandra mi ha accarezzata e mi ha detto
tranquillamente "Dev'essere Emanuele che sta inziando a scendere nel bacino.
Adesso vediamo. Mi ha fatto ancora sentire il battito,sempre forte e deciso e
poi mi ha visitata, "E' ormai a metà strada, sta benissimo, il liquido è
chiaro, va tutto molto bene" ricordo sempe queste sue parole, va tutto bene, a
scacciare ancora i residui delle ansie accumulate in gravidanza.

Le spinte sono arrivate di nuovo e piano paino sentivo Emanuele che veniva
avanti, sin che un grande bruciore mi ha bloccata e ho urlato "Basta! Non ce
la faccio più". Allora Sandra si è messa i guanti, si avvicinata anche
Elisabetta, mi hanno detto di non spingere, di soffiare appena, e la testina di
Ema è scivolata fuori. Mi è venuto istintivamente di accarezzarla, poi ha
iniziato a girarsi e scivolare fuori. Con un cenno di sguardo ho capito che
potevo prenderlo io, con le mie mani.

Un'esperienza e un'emozione enorme. Una gratitudine immensa, per questo dono della vita, per loro che mi hanno silenziosamente accompagnata e sostenuta, per Marco che è stato con me, sempre, nel profondo, per le dottoresse che "dietro el quinte" avevano sostenuto questa avventura.

Il resto è stato dentro questa grande onda emotiva, tutto è stato facilissimo,
allattare, avere Maddi che si stropiccia il fratellino e poi alterna momenti di
grande tenerezza, a crisi di coccolite acuta, a sbotti di gelosia. Sono passate
due settimane, ma non l'onda di questa gioia immensa. Il mio desiderio è che
sia possibile per tante più mamme possibile vivere questa gioa immensa, a casa
o in ospedale non importa. Ma che si faccia qualcosa perchè questa non sia una
fortuna per poche. GRAZIE

4 commenti:

  1. Che bella testimonianza, mi piacerebbe anche a me avere il coraggio di partorire in casa, senza farmi sopraffarre dai giudizi degli altri, ma non ho la forza di reggere l'onda di disapprovazione che arriva appena nomino questa possibilità.
    Il mio compagno è dolcissimo ma teme anche lui che qualsiasi cosa succeda, anche la più banale, saremmo additati come persone irresponsabili.
    Anch'io vorrei tanto consocere una ginecologa che appoggia questa possibilità, forse cambierebeb qualcosa agli occhi degli altri poter dire che c'è un avvallo medico.
    Auguri per i tuoi bimbi
    Manuela 20 sett

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  2. Per me siete un po' fuori, sin che va tutto bene vi potete permettere il lusso di queste romanticherie, ma se appena qualcosa va male siete responsabili di aver negato assistenza idonea al vostro bambino, il che, nel 2000 è veramente discutibile. Andate su blogspot epidurale e leggete cosa dicono i medici del parto in casa, e anche gli stessi racconti non così poetici che ci sono qui.
    Auguri in ogni caso, ma attenzione a non essere responsabli di una tendenza pericolosa per le donne e i bambini italiani.

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  3. ciao Manuela, ciao Anonima,
    non è il caso di aprire qui un dibattito. Credo Manuela di poterti dire di cercare anche tu medici a favore, se non ti bastano le ostetriche. Non è necessario cercere in giri alternativi, ce ne sono anche dentro gli Ospedali. Un consiglio, non paralrne troppo in giro, èparlane solo col tuo compagnoe con le figure sanitarie di cui ti fidi, altrimenti entri una cappa di ansia per cui alla fine il benessere e la serenità necessari vanno a farsi friggere. Per entrambe se leggete l'inglese nei siti del servizio sanitario inglese (NHS) si trovano infromazioni normalizzanti sulal scelta del parto a casa. A me li aveva indicati la ginecologa, dicendomi di riflettere sulla pacatezza con cui all'estero danno la scelta. Un grande abbraccio Giovi

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  4. Caro anonimo, benvenuto, ma riserverei i commenti polemici ad altra sede.

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