Ciao ragazze,
ho partorito circa due settimane fa e sono rimasta molto delusa. Accanto ad alcune ostetriche e medici molto gentili e professonali, ho trovato del personale estremamente rude, scarsa comprensione per il dolore mio e di altre neomamme e una gestione dei degenti piuttosto "nazista".
Vado con ordine.
A fine agosto mi reco al PS ostetrico per sospetta rottura delle acque superiore. Mi visita la dottoressa, gentilissima, che non riscontra la rottura ma una dilatazione di 3-4 cm e l'utero quasi completamente appianato. "Sarà un parto rapido e senza particolari problemi" mi dice.
Arriva la fatidica data presunta del parto e non succede nulla. Faccio un primo monitoraggio e trovo un'ostetrica verosimilmente eritrea che mi chiede come mai sono venuta qui. Le spiego che è per avere la possibilità di avere l'epidurale in caso di necessità e questa parte con una filippica farneticante contro l'epidurale in quanto i bambini nel corso della storia sono sempre nati senza.
Le rispondo che però esiste un processo che si chiama "progresso" e continua a farneticare che ce l'ha con le donne che pensano solo al lavoro, alla dieta, alle smagliature, che lasciano i figli davanti alla tv, che non insegnano loro i giusti valori, ecc. ecc. Una sequenza di luoghi comuni allucinante. Le segnalo che ho delle perdite verdi e mi dice che non è nulla.
Altro monitoraggio a 41 settimane: l'ostetrica, questa volta una in gamba, appena accenno alle perdite verdi chiama la ginecologa. Arriva ancora la dottoressa del PS ostetrico che trova una brutta vaginite e mi prescrive una pomata. Tre giorni dopo mi fissano l'induzione del parto.
Arriva il giorno dell'induzione. Vengo accolta da un'ostetrica gentile che mi spiega che mi faranno 4 applicazioni a distanza di 6 ore l'una dall'altra. Mi assegnano la stanza e mi chiamano in sala parto per la prima applicazione alle 18.00. Lì trovo il dottore, un modello di maleducazione, arroganza, antipatia, cinismo e anche incompetenza. Mi infila bruscamente la mano dentro e io gli dico "Ehi piano" e lui "Signora gliel'hanno detto che deve partorire?". Mi trova dilatata di 1 cm con utero leggermente svasato. Io obietto che la sua collega due settimane prima mi aveva trovata dilatata di 3-4 cm e lui risponde "Sì, figuriamoci ... una primipara ..." e l'ostetrica odiosa che è con lui ride "Ah e non si è chiesta come mai non ha ancora partorito?". Mi applicano il gel e dopo 5 minuti inizio a sentire dolori abbastanza forti. Vado in stanza avvilita convinta che mancasse tantissimo e non riesco ad evitare di contorcermi nel letto. Passano 15 minuti e boom ... mi si rompono le acque e allago il letto. Chiamo con il campanello l'ostetrica e questa mi tasta e dice "E' completamente dilatata ... presto presto, in sala parto". Al mio compagno viene intanto misteriosamente vietato l'accesso, lo faranno entrare solo 15 minuti dopo su mia insistenza. In sala parto sono presenti un'ostetrica giovane gentilissima, un altro dottore che ha preso il posto del precedente (meno male!) e l'ostetrica befana che prima aveva riso di me stupitissima di vedermi già lì pronta per l'espulsione.
Il mio cucciolo nasce dopo 40 minuti di dolori atroci ... il mio compagno ha chiesto per me l'epidurale (avevo fatto la visita anestesiologica) ma gli hanno risposto che non era possibile. Il bimbo pesa 3,8 kg e ha una circonferenza cranica di 37,5 cm (in pratica un testone non indifferente). Mi cuciono e mi mettono il bimbo accanto ma io sono troppo sofferente per godermelo. Dopo di che mi premono l'addome per far uscire la placenta ... ahi che male! Mi tengono in osservazione per due ore e, quando mi vengono a prelevare, dico loro che è stato molto doloroso e un'ostetrica mi risponde "Signora, è un parto". Insistono perchè mi alzi dal lettino ma io non mi reggo in piedi e loro si spazientiscono, alla fine ci riesco e il sangue mi esce a fiumi.
La mattina dopo alle 5.30 mi portano il bimbo in stanza per allattarlo e alle 7.00 passano per la misurazione della febbre, seguono le pulizie in stanza e alle 8.00 e ci sollecitano per alzarsi ad andare a fare colazione. Chiedo mi venga portata in camera e mi rispondono che lo fanno solo per coloro che hanno dei problemi. Replico che i punti mi fanno male e non riesco a stare seduta e la risposta è "Signora, tutte quante avete partorito". Telefono al mio compagno perchè mi compri una ciambella per sedersi in farmacia ... altre donne ce l'hanno ma tutte se la sono portata da casa, l'ospedale non le fornisce. Alle 9,30 è obbligatorio andare a prelevare i bambini al nido, se si tarda di 5 minuti vengono a chiamarci in stanza. Alle 11.00 occorre tassativamente riportarli lì. Le visite dei parenti sono contemporanee al pranzo (dove tra l'altro se uno si attarda solo un poco non trova che tre cose). Al pomeriggio dalle 14.00 alle 17.30 si riportano i bambini in stanza ... alle 18.30 c'è la cena sempre contemporaneamente alle visite dei parenti, quindi alle 21.30 altra poppata (e se una non volesse allattare?), alle 00.30 un'altra ancora, l'ultima della giornata. Quelle del nido mi mollano il bambino sul letto senza aiutarmi minimamente a trovare la posizione giusta per allattarlo e spariscono dalla circolazione. Lui urla. Io esco dalla stanza e lo riporto al nido per chiedere una mano o almeno del latte artificiale. Mi cazziano perchè ho abbandonato la stanza e mi dicono che avrei dovuto chiamarle col campanello. Torno in stanza col bimbo, suono il campanello e non viene nessuno ... dopo un po' arriva un'ostetrica gentilissima che non c'entra col nido che mi offre il suo aiuto non appena finisce di iniettare l'insulina a una diabetica. Io mi scuso per averla disturbata e le dico che pensavo sarebbero arrivate quelle del nido e lei mi dice che il campanello non serve per quelle del nido ... allora mi avevano preso in giro quando mi avevano detto di chiamarle con quello? Appena tornano per riprelevare il bimbo le cazzio lamentandomi della mancanza di assistenza e quando alle 5.30 ritornano col bimbo hanno le orecchie basse. Care le mie scansafatiche!
Chicca finale: la visita per la dimissione. Mi attende il dottore che mi aveva assistita durante il parto. Entro nella stanza e ci sono le tapparelle alzate, non ci sono tende e non c'è un paravento dietro al quale possa spogliarmi. Lui sgrida le ostetriche dicendo loro che devono mettersi nei panni dei pazienti, che se vengono rimosse le tende automaticamente vanno abbassate le tapparelle e devono mettere un paravento. Oh meno male che c'è qualcuno che parla di "mettersi nei panni dei pazienti"...
Mi dimettono nonostante riesca a malapena a camminare per il male dei punti, mi siano comparse le emorroidi e non riesca a contenere la pipì, ma per me è un sollievo: finalmente vado a casa e posso riposarmi!
Scena finale: dopo la visita al bimbo, sono col mio compagno pronta per tornare a casa e chiedo lumi su come dargli da mangiare, di quanto deve aumentare di peso, ecc. ecc. Il mio compagno scherza "Eh purtroppo non li fornite col libretto delle istruzioni questo bimbi" e la tipa del nido fa "Beh tutti i giorni alle 16,30 c'era una lezione di puericultura". Ma, a parte che nessuno mi ha informata di questa lezione, come cavolo facevo ad andarci stremata dal parto, dal dolore e stanchissima visto che il mio sonno era continuamente interrotto? Fornire un libretto con le informazioni base sembrava brutto???
Non so se avrò un altro bambino perchè il pensiero di rivivere un'esperienza del genere mi terrorizza, ma se lo avrò sicuramente non sceglierò lo stesso ospedale.
Gio (post originale)
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