sabato 28 gennaio 2012

Da quel momento io vivo in lei e respiro in lei. 'Volevo fare la Fulgeri', di Marzia Bisognin

Mi sveglio col batticuore. È notte.
Ho spesso contrazioni in questo periodo, ma questa è diversa, più profonda, come se qualcosa cominciasse davvero ad aprirsi. Sono emozionata, spero che tutto vada per le lunghe, devo abituarmi all’idea, ho paura e non voglio perdermi nulla. È come quando si sceglie se viaggiare in treno o in aereo. Il treno permette di arrivare con la mente e il cuore insieme al corpo, l’aereo accelera i tempi, è molto emozionante ma si arriva sfasati. All'epoca del calesse si sarebbe detta la stessa cosa del treno, ma i tempi sono cambiati. Ora voglio viaggiare in treno e guardare fuori dal finestrino.
E dunque, il grande viaggio è incominciato. Sveglio Luciano e aspettiamo il mattino.
Ho contattato un’ostetrica abbastanza giovane, una Compagna, lavora in ospedale ma è disposta ad assistermi a casa. Le piace l’idea, è un’idea d’avanguardia, radicale, e la radicalità piace al movimento femminista extraparlamentare anni Settanta, riprendiamoci la vita, riprendiamoci il corpo e riprendiamoci il parto.

venerdì 20 gennaio 2012

sarebbe capitato anche in ospedale

Vi racconto come è nata la mia Miryam a casa.

Il 27 luglio, data presunta, viene Barbara, la mia ostetrica, a visitarmi e mi trova già una dilatazione di due centimetri. Io non vedo l'ora che succeda qualcosa perché fa caldo e comincio a essere stanca.

Infatti la mattina dopo verso le sette e mezza sento un liquido che mi scende e faccio appena in tempo a prendere un asciugamano che tenevo a portata di mano e a correre in bagno che perdo le famose acque come le cascate del niagara. Questo continua per tutta la mattina. Ma sono tranquilla e mi metto in cortile sulla sdraio ad aspettare. Mangio poco a pranzo perché non mi va e poi torno paziente ad aspettare.
Sono calma ed emozionata.

venerdì 13 gennaio 2012

13 respiri

Il mio parto.
Avverto le prime contrazioni.
non sono altro che indurimenti del ventre.
Non sono in ansia perchè so che la nascita della mia bambina avverrà brevemente e facilmente. Ne sono sicura.
La nascita è una normale e naturale funzione fisiologica del corpo femminile; una donna sana come me può partorire senza dolore e senza pericolo.
Sono preparata come un atleta per una gara importante, come un soldato per la guerra.
Sono determinata ma rilassata.
Mi rilasso sul letto leggendo un libro e ascoltando musica insieme al mio compagno.
Ci servirà tutta la forza e la concentrazione per questa avventura che ci aspetta.
Le contrazioni sono regolari ma distanziate.
Sin dall'inizio della gravidanza ho imparato a rilassarmi, ad entrare in uno stato di calma profonda in cui esistiamo solo io e la mia creatura.
Sono contenta di provare una gravidanza ed un parto pieni di amore, gioia, autostima e sicurezza interiore.

venerdì 6 gennaio 2012

Il parto di Maria. Secondo Erri De Luca

"Ce la farò, qui starò benissimo. Hai trovato un posto adatto, caldo e tranquillo. Ce la farò Iosef, sono donna per questo. All'alba ti metterò sulle ginocchia Ieshu." I dolori erano cominciati. Iosef sistemò della paglia sulle pietre asciutte, ci stese sopra una coperta e le pelli. Gli chiesi il coltello e un bacile d'acqua. Mi sdraiai. Batteva più violento il cuore, i colpi bussavano alle tempie, da chiudere gli occhi. Nessuno intonro, la piccola stalla era fuori nei campi. Una luce calava da un'apertura del tetto di canne e di rami. Era lei, la cometa, appesa in cielo come una lanterna. Prima di separarci gli ho messo in ordine i capelli, ci siamo sorrisi. "Così mi piaci", gli ho detto, soddisfatta di com'erano sistemati.

Iosef era uscito lasciando il coltello e il bacile. Ora toccava a me, ora dovevo fare, partorire è fare con il corpo. Mia madre mi aveva spiegato che stare distesa un po' in discesa, aiutava, Macché, mi alzai in piedi e mi appoggiai di schiena alla mangiatoia. Dietro di me i musi dell'asina e del bue, uno di loro mi allungò una leccata sulla nuca. Avevo nelle orecchie i loro fiati. Messi insieme avevano un ritmo svelto da andatura spedita. Regolai il mio respiro sul loro.