venerdì 2 novembre 2012

Ho partorito in Svizzera

Ragazze, non so se vi ricordate di me, comunque io ho partorito quasi 3 mesi fa (in Svizzera, nella clinica dove ha partorito i suoi figli anche la figlia di quello che è stato colpito da una statuetta del Duomo di Milano). Vi racconto brevemente la mia esperienza, se vi interessa.

 Dunque, alle 5 del mattino inizio a sentire delle prime contrazioni irregolari e penso a un'indigestione. Poi mi viene il sospetto che possano essere contrazioni, visto che stando a carponi e respirando come ci avevano insegnato al corso preparto, il dolore scema. Allora verso le 7 chiamo la sala parto e l'ostetrica mi dice di andare lì, perché non può sapere se sono contrazioni al telefono. Allora alle 8 mio marito e io raggiungiamo la clinica. Mi attaccano il monitoraggio e mi visitano. Siccome io sono davvero terribile da visitare e mi contraggo subito, l'ostetrica (italiana, perché moltissimi membri del personale di cura, tanti medici e persino il grande capo della clinica sono italiani) sbotta: "Lei l'epidurale la fa, perché la fa, glielo dico io!". Io, inutile dirlo, sono contentona. Devo però raggiungere almeno 3 cm di dilatazione.

Intanto l'ostetrica ha chiamato la mia ginecologa, che preferisce tenermi in clinica. Allora mi mandano su in stanza, dicendomi di scendere alle 10. Alle 10 scendiamo, con gli auguri della mia vicina di letto, e - tadan! - sono già a 3 cm. Allora chiamano l'anestesista che predispone tutto l'ambaradan. Mi dice di stare fermissima quando mi infila il cateterino e allora chiedo a quella santa donna dell'ostetrica di tenermi stretta. Dopodiché passa qualche minuto e non sento più un'assoluta cippa! Che beatitudine, tant'è che riesco persino a pisolare un pochino. L'ostetrica poi mi rompe le acque, mi visita agevolmente e poi chiama la ginecologa perché il gran momento si avvicina.

 Purtroppo il mio bimbo non è molto collaborativo (l'ostetrica - a cui rompo continuamente le scatole con le mie paranoie - dice che sospetta che abbia il cordone arrotolato al collo, ma cerca di tranquillizzarmi dicendo che se non vedo loro preoccupati, non devo preoccuparmi neppure io) e mi danno anche dell'ossigeno da respirare per aiutarlo. Alla fine l'ostetrica dell'inizio (dimenticavo che ce n'era un'altra svizzero-tedesca, dolcissima, con cui ho anche spettegolato sulla mia ginecologa) deve andarsene a fine turno per via di una visita dal dentista, ma mi dice che devo assolutamente passare il giorno dopo per farle vedere il pupo. Intanto arrivano altre 2 ostetriche (italianissime) e infine la mia ginecologa. Passa anche l'anestesista per vedere come vanno le cose e si mette a sbirciare dicendo: "Tra poco nasce".

 Iniziano a dirmi di spingere, io sono un po' impedita perché non sento le contrazioni (Luna, in clinica fanno proprio un'anestesia, non un'analgesia... quindi ho partorito da sdraiata e non potevo alzarmi perché non sentivo più le gambe). Alle 16.10, alla presenza del neonatologo, di 3 ostetriche e della mia ginecologa è venuto fuori quel birbone del mio bimbo, con 2 bei giri di cordone tipo sciarpa attorno al collo, piccolino ma con un Apgar altissimo, con l'ausilio di ventosa, manovra di Kristeller (ma non l'ho vissuta come un'aggressione, devo dire) ed episiotomia. Ah, e all'inizio mi han pure somministrato ossitocina (dicendomelo).

La mia ginecologa - che vedendo la mia resistenza a ogni visita - aveva chiesto più volte se volevo partorire per via vaginale - mi ha fatto i complimenti per la mia motivazione e ha voluto persino baciarmi. Sì, forse a posteriori può sembrare un parto terribile, ma grazie all'epidurale ho un buonissimo ricordo del tutto. Ho vissuto la cosa in modo forse non naturale, ma quando ci penso, ridacchio tra me e me sentendomi FURBISSIMA. Che stupida sono, vero? Eppure io sono felice di non avere sentito nessun dolore (mi hanno persino infilato il catetere per svuotare la vescica) e quando lo dico alle amiche o alle parenti, tutte mi dicono "Beata te!", compresa mia madre che proprio giovanissima non è.

Penso che si dovrebbe essere libere di scegliere come partorire: se una donna vuole partorire senza analgesia/anestesia, è liberissima di farlo, ma penso che una cesarizzata/epiduralizzata non provi un minore attaccamento al figlio rispetto a una donna che ha partorito "naturalmente" (che poi, cosa vuol dire? Se una subisce un'episiotomia o se usano l'ossitocina non vale come parto naturale? Boh!).

Io ho rischiato di perdere mio figlio all'inizio della gravidanza e al pensiero che lui possa soffrire sento come uno strappo al cuore. Sono forse meno madre di chi ha partorito con dolore? Ma per piacere!

Qix

 P.S.: non ho riletto, quindi scusate se questo post sembra il delirio di una pazza sclerata e analfabeta!

5 commenti:

  1. no sei una mamma ..non ha importanza se hai sofferto o meno l importante e' che hai partorito :))..

    RispondiElimina
  2. Non male rispetto alla media dei parti, ma devo dire che vista la fama e il costo della clinica, mi sarei aspettata di più. Anch'io volevo partorire lì, poi ho scartato l'ipotesi ma non per una questione di costi. Il servizio che hanno dato a te, buono ma non eccezionale, si potrebbe avere anche nella maternità di un ospedale pubblico del nord Italia purché non sotto organico e diretto da un ginecologo/a serio/a.

    RispondiElimina
  3. "Vorrei condividere la mia esperienza. Anche io come tanti altri genitori avevo perso la speranza. Però, c'è un detto: - la speranza muore per ultima. Un giorno mi sono imbattuta su un sito della clinica Ucraina del prof Feskov situata nella città di Kharkiv. Ho deciso di tentare. Rivolgendomi alla stessa sono rimasta soddisfatta dei trattamenti eseguiti (FIVET + genomica umana), personale eccellente, grazie a loro oggi tra le mie braccia coccolo il mio piccolo diamantino di nome Michele. ❤️"

    RispondiElimina