mercoledì 25 dicembre 2013

MontyPython "Birth"




ANNOUNCER: Part One: The Miracle of Birth.

OBSTETRICIAN: One thousand and eight!

NURSE #1: Mrs. Moore's contractions are more frequent, doctor!

OBSTETRICIAN: Good. Take her into the Foetus Frightening Room.

NURSE #1: Right.

OBSTETRICIAN: Thum, thummm, thummm, thum, thummmm, thummmmmm. Thum, thummm. Thummm. Jolly good.

DOCTOR SPENSER: Bumm, bumm, bumm, bumm, bum--

OBSTETRICIAN: So, it's a bit bare in here today, isn't it?

DOCTOR SPENSER: Yes.

OBSTETRICIAN: Yes. More apparatus, please, nurse: the E.E.G., the B.P. monitor, and the A.V.V.

NURSE #1: Yes. Certainly, Doctor.

DOCTOR SPENSER: And, uh, get the machine that goes 'ping'.

OBSTETRICIAN: And get the most expensive machines, in case the administrator comes.
[clunk]
That's it. Bring in the other machines. Right over here.

DOCTOR SPENSER: [whistling]

OBSTETRICIAN: That's it. Just behind me... Lovely. Lovely. Jolly good. That's better. That's much, much better.

DOCTOR SPENSER: Yeahhh, that's more like it.

OBSTETRICIAN: Eehhh. Still something missing, though.

DOCTOR SPENSER: Hm?

OBSTETRICIAN: Hmmm. Mmmmm.

[snap]

OBSTETRICIAN and DOCTOR SPENSER: Patient!

venerdì 8 novembre 2013

quell'esserino accanto a me con la faccia da tartaruga

Lo scrivo perchè mi va di mettere giu' i ricordi quando ancora sono freschi. E' un raccontomolto duro, non è stata una passeggiata, per nulla. Credo ceh non ripetero' mai piu' l'esperienza ma sono felice che sia andata così. Rifarei tutto quello che ho fatto. Volevo un parto che fosse un'esperienza esistenziale e l'ho avuta. E'stato un viaggio fuori di me , atroce ma importante. Se vi impressionate non leggete il seguito. Tutto ha inizio domenica 25. La mattina dopo mi aspetta linduzione e decido il tutto per tutto per evitarla. Massaggi di acupressione, rapporti e olio di ricino. Inizio con due cucchiai alle 18 e poi faccio lamore e poi altro cucchiaio e alle 11 decido di dormire. La mattina dopo ci dobbiamo presentare alle 6.45 in ospedale.. Dopo qualche minuto iniziano dolori già abbastanza forti, li riconosco, sono loro. Prima ogni 10 minuti e ma tento di dormire e non capisco ogni quanto arrivino. A mezzanotte mi devo alzare e inizio col camminare su e giù. Avevo paura che mettendomi nella vasca calda si fermassero.. Poi perdo un po di sangue e Teresa non si muove quindi chiamo lospedale. Meglio andare Alle due chiamo Marco e tempo 20 min siamo a Lugo. Il tracciato evidenzia contrazioni ogni 5 /7 min.. Non cè un letto libero in reparto e le sale travaglio/parto sono entrambe occupate. Ci mettono momentaneamente in una sala parto, molto sala operatoria. Non mi piace, è freddo e buio. Siamo frolli da sonno ma intanto le contrazioni sono diventata molto dolorose. Cammino su e giù respirando e cantando il canto carnatico. Aaaaaaaaaaaaa, aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

martedì 29 ottobre 2013

mi sono sentita gelosa di mia figlia

La mia esperienza è stata pessima, così terribile da aver condizionato negativamente il primo anno di vita di mia figlia, da avermi lasciato dentro il ricordo di una macelleria più che di un parto e da aver compromesso, spero non definitivamente, la possibilità di avere un secondo figlio in futuro, in quanto l'idea di subire nuovamente quello che ho patito quella notte mi atterrisce. Mi ero informata per tempo, consultando le ostetriche in più di un'occasione, dell'approccio della clinica in merito all'anestesia (che mi era stata garantita), alla libertà accordata alla partoriente (mi era stato detto che mi avrebbero lasciato partorire nella posizione a me più congeniale, indipendentemente dall'epidurale), che avrebbero rispettato le mie idee riguardo l'utilizzo di farmaci e tecniche non fisiologiche (rottura del sacco, ossitocina, manovre, ecc) Sono stata ricoverata la mattina verso le 9, mia figlia è nata più di dodici ore dopo, nulla di strano se non fosse che:

domenica 22 settembre 2013

c'è sempre un buon margine per recuperare

il 24 febbraio del 2006 il mio piccolo Alberto decide con 3 giorni di anticipo sul termine che è giunto il momento di scoprire il mondo e....con un calcetto rompe il sacco amniotico, iniziano le contrazioni e per me accompagnate da un vomito continuo che non mi lascia tregua, sono le due di notte, dopo un paio d'ore dall'inizio del travaglio io e mio marito capiamo che è arrivata l'ora di andare in ospedale.

arrivata in ospedale la dilatazione è di soli 4 cm..."come solo di 4, sto male come una bestia..." urlo, mi dimeno, continuo a vomitare e supplico che mi facciano l'epidurale (mai lo avrei pensato prima di essere in travaglio...ma l'anestesista non è reperibile e mi propongono di entrare "in vasca"....io sul momento urlo che no, non me ne frega niente della vasca, volgio l'epidurale!!!!! mio marito, non so bene come, santo uomo invece riesce a ricordarmi che fin da quando ci siamo conosciuti sognavo di partorire in acqua e scherzando mi ricorda che Alberto nasce sotto il segno dei pesci quindi.....
allora "ok ok, riempite la vasca"
dopo 10 minuti mi infilo tra una contrazione e l'altra nell'acqua a 37 gradi, una favola....non mi sembra nemmeno più di essere in travaglio, come per magia le contrazioi sono meno forti....eh già, addirittura si fermano...
panico... il bambino soffre...bisogna uscire dall'acqua...
panico...
improvvisamente la sala parto si riempie di gente...ostetriche, capo ostetrica...ginecolo ga....mai bello che un ginecologo si affretti per raggiungerti in sala parto se non lo hai chiamato tu per affetto o amicizia....

ok, la dilatazione c'è, siamo pronti, ma le spinte?!?!?!

sabato 7 settembre 2013

me l'hanno accostato al viso

Oh ma che fine ha fatto Nina?
Niente, tuttapposto, si è solo trasformata in un distributore automatico di latte.
 Sai com'è quando si segue il regime della Tetta On Demand no? No. O meglio lo immaginavo, per sentito dire, ma passarci è tutta un'altra storia. Io non credevo sarebbero state così dirompenti queste prime 'quasi 3 settimane'.
Ci devi passare per capirlo, davvero. Non c'è più spazio per altro che non sia lui. Non c'è più tempo per me, per noi. Io non esisto più, ora c'è solo lui coi suoi bisogni. Sembra retorica, una bella frase fatta, ma è proprio così. E i primi giorni non sono stati affatto facili, no, per niente.
Ho avuto attimi di vero sconforto, ore di terrore puro, di incapacità di gestire lui e le mie emozioni. Volevo fuggire, mollare tutto. Ma poi restavo sempre perché dentro, in fondo al cuore, so che è così che deve andare, che è tutto normale.
E poi c'era Lui al mio fianco a sostenermi e a smezzare la terribile fatica che un esserino così minuscolo comporta. Chi l'avrebbe mai detto che pochi centimetri di bimbo urlante e fagocitante potessero mettermi così in crisi.
Sono tornata a casa dall'ospedale e in contemporanea mi ha fatto visita una Montata Lattea stratosferica.
Piangevo dal dolore. Simone piangeva per la fame e io dietro a lui perché avevo le tette così gonfie che non riuscivo ad attaccarlo. Volevo morire. Ero sola con la mia incapacità e non sapevo cosa fare. Ero terrorizzata. Da tutto, anche dalle mie reazioni. Questo stato emotivo è durato per diversi giorni.
Di tanto in tanto è venuta l'ostrica a darmi una mano, consigli utili, strategie e modalità per far fronte a tutti i problemi grandi e piccoli, le paure, i dubbi e soprattutto per aiutarmi ad avviare l'allattamento.
Che tu pensi sia una cosa naturale, che viene da sè, invece no, devi lavorarci su: posizione e attacco.
Ricordo il mio senso di inadeguatezza. I voglio la mia mamma. Il sonno, che si accumula notte dopo notte. Lui che non vuole altro che il mio seno, senza soluzione di continuità e io bloccata per ore ed ore, senza poter fare altro, nemmeno pisciare.
E poi le ragadi, i capezzoli che mi fanno urlare dal dolore. Allattare doveva essere un idillio e si trasforma in un incubo. E' tutto così difficile, a tratti impossibile e non era così che lo avevo immaginato. Avevo in mente qualcosa di più naturale e immediato, ma quello, ora lo so, viene dopo.
Prima c'è la conoscenza, lenta, l'adattamento agli enormi sconvolgimenti. Il metterti a disposizione, completa, totale. Annullarti, dimenticare i tuoi bisogni, tutti e imparare a posticiparli. Andare al bagno, mangiare, bere, dormire, tutto secondario. Prima viene lui. Imparare anche a demandare, a chiedere aiuto, ad ammettere che da sola no, non ce la puoi fare. E piangere ancora e ancora e chiederti perché non ti sta scoppiando il cuore dalla gioia come avevi sognato. I sensi di colpa, se piange, se è nervoso, se si agita è colpa mia. Non lo amo abbastanza. Io non sono abbastanza. Ma l'amore assoluto e puro, anche quello viene dopo. Almeno per me è arrivato adesso. Adesso che sto trovando un nuovo equilibrio, fatto di scelte attive e accettazione dei miei limiti. Adesso che mi sento più sicura e il seno non fa più male e riesco a nutrirlo senza soffrire. Adesso che ogni tanto lui dorme di più e riesco a riposare. Adesso che usciamo, passeggiamo. Adesso che lui sembra guardarmi e interagisce e sorride. Adesso che, dopo l'uragano, io comincio a rendermi conto davvero, a realizzare. Adesso che lo guardo e penso che mi sto innamorando di un amore sconosciuto e folle, che sale e cresce piano piano, come la marea.
 E mi inonda il cuore.

 Non ho avuto un parto semplice. Non ho avuto il parto che avevo desiderato. Ma si impara anche questo, guardando il proprio capolavoro: a capire che è secondario, che quel che conta davvero è averlo qui sano e salvo. Lui 4,4oo kg alla nascita, per 53 cm di lunghezza.

mercoledì 21 agosto 2013

questa volta conoscevo la bocca della vita

mio piccolo grande amore

tutto denti e sorrisi

tutto coccole e caldini sotto il mento

piccolo piccolo da straziarmi il cuore

e grande da farmi struggere di nostalgia

dado, un anno fa eri ancora dentro me.

eri il mistero, liquido e stropicciato.

piccolo puffo sgambettante

hai reso perfettamente chiuso il cerchio

mi hai riportato la pace.

non posso fare a meno di ripensare alla notte in cui sono uscita da qui per venire a prenderti.

la nostra ultima cascata d’acqua calda, mentre ti sentivo vigile ma immobile a captare ogni sussulto del mio ventre che ti indicava la strada. poi i vestiti, le scarpe rosse. ancora niente calze, faceva caldo. mi ricordo il saluto a momo che mi ha strappato un pezzo di cuore. forse quello che dovevo dare a te.

mi ricordo esattamente tutti i pensieri, in fila e ostinati tra un gradino e l’altro, mentre lasciavo la nostra vita a tre e venivo a prenderti.

quel dolore prepotente alimentato dai fantasmi e le allucinazioni.

la paura di non sopravvivere, per la prima volta.

perché questa volta conoscevo la bocca della vita, la stessa della morte.

quel tunnel di luci e ombre, coi suoni distanti e penetranti, quella spinta che non arriva e che poi arriva.

e tutto può accadere.

sapevo che questa volta sarei stata sola. sola con te. ma sola.

nessuna fiducia nel mondo.

ero un kamikaze. inspiravo ed espiravo

nel vento dell’universo.

sapevo che per te dovevo lanciarmi ancora nel vuoto. senza paracadute, senza nessuno.

era una marcia funebre, quella delle mie scarpette rosse sui gradini di marmo.

le mani aggrappate al corrimano.

scendevo nel vuoto, sempre più in basso, per la tua vita.

sento così presenti i ricordi stamattina, mentre di là il fracasso dell’acciaio.

le tue risate che sono natura allo stato puro.

fra qualche giorno sarà un anno.

e io non posso dimenticare.

il tempo non lenisce proprio niente.

è uno dei tanti miti che da madre comprendi.

e inclini il capo. e vai avanti.



Caia Coconi (post originale)

domenica 18 agosto 2013

assolutamente non come me lo immaginavo

ciao eccomi qua in un momento di tranquillità mentre il mio principino dorme con la panzotta piena...è nato il 27 maggio alle 01.23 e pesava 3,820 kg..non certo il bisonte che mi avevano prospettato i medici e per cui mi hanno indotto alla 38 settimana...

comè nato il mio piccolo gnomo
domenica sera Dany mi ha detto: è meglio che usciamo a prenderci una pizza ed un gelato, perché prevedo che per molto tempo non lo faremo piùio non gli credevo, non ne ero molto convinta, per è stata una bella serata e sono riuscita persino a dormire tranquilla.
la mattina dopo alle 8 meno 20 siamo arrivati in ospedale..questa volta, a differenza del lunedì precedente, abbiamo deciso di portare con noi la valigia invece di lasciarla nel portabagagli della macchina. io continuavo a non credere che avrei partorito, ma ci speravo, eppure non sapevo neanche io cosa volesse dire che quella camminatine, dal parcheggio allospedale, sarebbe stato lultimo miglio che avrei fatto camminando con il pancione ed i piedi gonfissimi, lultimo pezzetto di strada che io e daniel stavamo facendo in due, perché di lì a poco nella nostra vita tutte le strade sarebbero state percorse da noi tre!!
ebbene, arriviamo in ospedale e suono il campanello della sala parto. Mi apre un'ostetrica che fortunatamente avevo già incontrato in precedenza quando avevo una sospetta gestosi, Cristina, che mi accoglie gentilmente e mi chiede di attendere che arrivi il medico a visitarmi. io esordisco dicendo: ho un macrosoma, mi devono indurre il parto!! questa frase poi resterà famosa tra il personale del reparto
arriva il medico (in sostituzione del primario, che era il ginecologo da cui ero in cura, ma si trovava in ferie) che borbotta un po, poi scopro conosce anche la mia famiglia quindi si rende più gentile e disponibile, mi visita e mi dice: guardi, la testa del bimbo è ancora alta ma io il cesareo proprio non lo farei, prima tenterei con 3 dosi di gel a distanza di 6 ore luna. questo mi rassicura un po, io il cesareo proprio non lo volevo fare e lo ripeto più e più volte (anche se il primario, mio ginecologo, era più di quest'idea). quindi esco di lì, Cristina mi mostra la mia camera per il travaglio (che bello, mi hanno dato la più spaziosa e la più luminosa, ben 4 finestre, il letto, la spalliera, due sedie ed il bagno ma senza doccia uffa!) e io comincio a sistemarmi.

domenica 14 luglio 2013

ho partorito in Italia (da expat olandese)

Sono state numerose le persone che durante la mia gravidanza mi hanno chiesto se avrei partorito in Olanda; in effetti sono olandese, ma il mio compagno è italiano, sono quasi 10 anni che sono in Italia e inoltre mi sono sempre trovata benissimo con il servizio sanitario in Italia, e quindi non ho proprio preso in considerazione la possibilità di andare in Olanda per il parto. In effetti mi sono trovata benissimo anche questa volta, sia durante tutta la gravidanza sia durante il parto e subito dopo. Durante la gravidanza i controlli sono stati frequenti, come anche le analisi del sangue e delle urine. Le analisi del sangue e l’esame delle urine venivano fatti mensilmente, mentre le ecografie ed i controlli presso il ginecologo una volta ogni mese e mezzo – due mesi. Alcuni anni fa è stata asportata la mia tiroide, e pertanto durante la gravidanza, ho dovuto fare le analisi mensilmente per controllare i livelli del T3, T4 e TSH; una corretta funzione della tiroide (e dell’Eutirox nel mio caso) è molto importante durante la gravidanza; infatti è stato necessario adattare il dosaggio dell’Eutirox durante i nove mesi della gravidanza. Io ho preferito scegliere una ginecologa privatamente anche se sono sicura che i servizi offerti dall’Asl/ospedale sarebbero stati altrettanto buoni. La gravidanza è un periodo di tante incertezze e paure, soprattutto quando si tratta della prima, come la mia, e quindi il fatto che le analisi e i controlli sono frequenti per me è stato molto rassicurante: se ci fosse stato qualche problema almeno si sarebbe potuto intervenire subito oppure in alcuni casi addirittura prevenire il problema.

sabato 8 giugno 2013

tramutare un sentimento di delusione e disattesa in un'emozione bellissima

Ciao sono Susanna e abito a Montemurlo in provincia di Prato, la mia bimba Aurora ha 7 mesi ed è nata con taglio cesareo. A fine gravidanza ginecologi (privato e no) e ostetrica che mi hanno visitata mi dicevano che era messa bene e che l'avrei fatta senza dubbi in due ore (addirittura c'era il problema se ce la facevo si o no ad arrivare all'ospedale dato che ho scelto di partorire in un ospedale lontano da casa mia). Quindi mai avrei pensato di subire un taglio, proprio non mi passava neanche dalla testa! Poi invece sono stata ricoverata a 40+3 gg per pressione alta,