venerdì 16 marzo 2012

fino a quella notte ero solo Selene

25 dicembre 2007 ore 02:30

ragazze non vi spaventate.. il dolore che "si dimentica".. è quasi vero.

allora da dove comincio.. era il 21 dicembre alle 4:40" di notte mi sveglio con un fortissimo bisogno di fare la pipi' ma non ci riesco.. un po' perplessa torno a letto a dormo.. alle 5 circa il mio ragazzo mi sveglia perche' urlavo dal forte dolore alla pancia.. ma avendo gia' avuto troppi falsi allarmi non ci penso e torno a dormire.

dopo mezz'ora la stessa cosa, dolore, forte dolore. alle 6 mi decido a restare sveglia e a tenere sotto controllo l'orologio.

6:07" contrazione
6:18" contrazione

qualcosa mi dice che ci siamo...

venerdì 9 marzo 2012

Ti è piaciuto sì, ti è piaciuto?

Maria incomincia il suo racconto dandoci immediatamente tutti gli elementi per comprendere, ora per allora, la sua paura e la sua angoscia (Maria oggi ha 42 anni!). Si commuove di fronte al ricordo di lei giovanissima, quasi a giustificare la inadeguatezza di cui si sente ancor oggi colpevole:
“Avevo 17 anni, ero piccola, il primo figlio, mia madre mi accompagnò in ospedale perchè avevo i dolori”.
Dice: “Avevo 17 anni” e subito arriva sulla scena la mamma che la protegge.

“Avevo i dolori” è molto più incisivo, più autentico che non dire “ero in travaglio”: i dolori sono i dolori da parto, non possono essere confusi con altri dolori quasi come se si scandissero con tutte le lettere maiuscole: I  D-O-L-O-R-I,  ad ogni lettera una contrazione. Sinonimo di potere, di vigore, di forza. Perché ‘i dolori' hanno qualcosa di sacro, non è il dolore adoperato al singolare e che può essere suggestivo di un qualsiasi stato di sofferenza. Per ‘dolori’ s’intendono esclusivamente le contrazioni del parto. Il termine dolori sembra sottolineare la capacità espulsiva dell’utero, quindi il potere dell’evento, sacralizzato dal miracolo di una nuova vita e dalla forza espiatrice della sofferenza.

venerdì 2 marzo 2012

so che starai meglio fuori che dentro

Avevo un sospetto. Piccolissimo ma ce l'avevo. Mi trovavo a Sanremo a seguire il popolare festival. Nessuna nausea, nessuna stanchezza particolare. C'era però un ritardo nelle mestruazioni. Ma decisi di non dire nulla a mio marito.
Non stavamo cercando un figlio in quel momento. Se ne parlava, è vero. Anche perchè l'orologio biologico è inesorabile. A 36 anni cominci almeno a pensarci. Però preferivo aspettare l'estate, così avrei vissuto la gravidanza in autunno evitando le gambe gonfie e i malesseri nei mesi più caldi. Il destino invece ha voluto diversamente e mi sono ritrovata a marzo a fare il test di gravidanza.

Mi ricordo che mi vergognavo da pazzi a comprare gli stick che ti svelano se sei incinta o no. Sono andata in un supermercato, ne ho preso uno in mezzo a tante altre cose. Non so bene perchè provassi quel senso di disagio. Sta di fatto che non ha funzionato. Non l'ho sicuramente usato bene, chissà che ho combinato, ma non indicava proprio niente alla fine della prova.
Il giorno dopo mi sono fatta coraggio e sono andata in farmacia comprando uno stick più costoso ma sicuramente di migliore qualità.
Difficile descrivere le sensazioni provate quando ho visto la linea che indica una gravidanza. Credo di averla osservata una dozzina di volte.