domenica 18 agosto 2013

assolutamente non come me lo immaginavo

ciao eccomi qua in un momento di tranquillità mentre il mio principino dorme con la panzotta piena...è nato il 27 maggio alle 01.23 e pesava 3,820 kg..non certo il bisonte che mi avevano prospettato i medici e per cui mi hanno indotto alla 38 settimana...

comè nato il mio piccolo gnomo
domenica sera Dany mi ha detto: è meglio che usciamo a prenderci una pizza ed un gelato, perché prevedo che per molto tempo non lo faremo piùio non gli credevo, non ne ero molto convinta, per è stata una bella serata e sono riuscita persino a dormire tranquilla.
la mattina dopo alle 8 meno 20 siamo arrivati in ospedale..questa volta, a differenza del lunedì precedente, abbiamo deciso di portare con noi la valigia invece di lasciarla nel portabagagli della macchina. io continuavo a non credere che avrei partorito, ma ci speravo, eppure non sapevo neanche io cosa volesse dire che quella camminatine, dal parcheggio allospedale, sarebbe stato lultimo miglio che avrei fatto camminando con il pancione ed i piedi gonfissimi, lultimo pezzetto di strada che io e daniel stavamo facendo in due, perché di lì a poco nella nostra vita tutte le strade sarebbero state percorse da noi tre!!
ebbene, arriviamo in ospedale e suono il campanello della sala parto. Mi apre un'ostetrica che fortunatamente avevo già incontrato in precedenza quando avevo una sospetta gestosi, Cristina, che mi accoglie gentilmente e mi chiede di attendere che arrivi il medico a visitarmi. io esordisco dicendo: ho un macrosoma, mi devono indurre il parto!! questa frase poi resterà famosa tra il personale del reparto
arriva il medico (in sostituzione del primario, che era il ginecologo da cui ero in cura, ma si trovava in ferie) che borbotta un po, poi scopro conosce anche la mia famiglia quindi si rende più gentile e disponibile, mi visita e mi dice: guardi, la testa del bimbo è ancora alta ma io il cesareo proprio non lo farei, prima tenterei con 3 dosi di gel a distanza di 6 ore luna. questo mi rassicura un po, io il cesareo proprio non lo volevo fare e lo ripeto più e più volte (anche se il primario, mio ginecologo, era più di quest'idea). quindi esco di lì, Cristina mi mostra la mia camera per il travaglio (che bello, mi hanno dato la più spaziosa e la più luminosa, ben 4 finestre, il letto, la spalliera, due sedie ed il bagno ma senza doccia uffa!) e io comincio a sistemarmi.
nel frattempo Dany corre a fare i documenti per il ricovero, io avviso i miei che mi ricoverano e comincia l'avventura. mi fanno un'ecografia alle 9.30 e mi applicano la prima dose di gel. il ginecologo di prima, dopo aver visto l'ecografia è un po pessimista e mi prospetta almeno due giorni di attesa. torno in stanza un po demoralizzata ma comunque fiduciosa e mi stendo a leggere delle riviste, perché con l'applicazione del gel si deve stare stesi almeno 2 ore e con il cardiotocografo applicato. poi mangiucchio un po, e quando finalmente posso alzarmi saluto i miei, accompagno Daniel a mangiarsi un panino al bar dell'ospedale... insomma faccio trascorrere le ore. alle 17 mi applicano la seconda dose, ma ancora nulla è accaduto. ho avvertito qualche contrazione ma niente di insopportabile e soprattutto molto dilazionate nel tempo. ancora nulla, mando a casa mio marito verso le 18 perché si dia il cambio con mia madre, dia da mangiare ai nostri cani e ai gatti, si riposi un po tanto non stava succedendo nulla. Cominciavo a pensare che il travaglio non fosse così terribile come dicevano, perché sul tracciato che mostra la pressione intrauterina si vedono dei picchi sempre più lunghi e sostenuti ed io mi illudo che sarà una passeggiata. decido di farmi un clistere perché come avevo sempre detto il mio terrore più grande era di non spingere bene in sala parto per la preoccupazione di svuotare l'intestino davanti a tutti. Alle 19, di colpo, avverto delle fitte allucinanti alla schiena che mi fanno proprio saltare sul letto sui cui ero obbligatoriamente stesa per via dei tracciati. comincio ad agitarmi, penso che se resto sul letto poi non mi alzerò più e non far quello che mi ero proposta di fare, cioè favorire la discesa del bimbo mettendomi accovacciata e cambiando posizione spesso. è infatti è così; anche quando comincio a chiedere di andare in bagno l'ostetrica mi stacca dall'apparecchio malvolentieri e subito dopo mi ricollega. riesco a fare poche accovacciate tra una gita al bagno e l'altra, intanto le contrazioni cominciano a infittirsi (ogni 3 minuti)e mentre il dolore all'utero sembra scomparire fra una e l'altra, il terribile mal di schiena non passa mai, sono cambiati i turni e l'ostetrica che mi visita alle 20.30 mi dice che è inutile che mi agito, il collo è ancora arretrato e non si è appiattito..secondo la sua stima avrei partorito mercoledì! bene mi dico, devo resistere tre giorni con questo dolore tremendo, è meglio che cerco di calmarmi. mi metto le cuffie del lettore mp3 e provo anche a cantare, senza successo. inspiegabilmente mi escono solo poche paroline sottovoce. inizio a piangere, perché l'ostetrica torna per permettermi di andare al bagno dicendomi che devo cercare di dormire per essere in forze il giorno dopo. nel frattempo dice a mia madre che secondo lei io non ho resistenza al dolore, dal tracciato non sembra che io stia sperimentando le vere contrazioni del travaglio, ma solo debolmente quelle preparatorie, e che non si spiega perché mi agito tanto. da notare, io secondo tutti sono sempre stata una persona con una forte resistenza al dolore e infatti non gridavo ne facevo nulla di particolare, al massimo cercavo di vocalizzare la A in espirazione come mi avevano insegnato al corso e mi irrigidivo come uno spiedino contorcendomi poi come un'anaconda. mia madre comincia a preoccuparsi e richiama l'ostetrica (per fortuna Cristina aveva ricominciato il turno), che la rassicura e dice guardi signora che non è in travaglio, non credo che le faremo la terza dose di gel, meglio lasciare che smetta di sentire queste contrazioni e poi domani magari le faremo il cesareo. dato che è poco resistente, se le facciamo la terza dose questa poveretta muore dal male ma inutilmente. io sentendo questi discorsi ricomincio a piangere e comincio a chiedere scusa a tutto e a tutti, perché mi sento una frittola ( in Veneto si paragona ad una frittella di carnevale dolce le persone che proprio non sanno sopportare nulla) e tutto sta andando come non vorrei che andasse, avrei voluto essere attiva e non lamentarmi ed invece ero stesa sul letto incapace di muovermi se non scossa dalle contrazioni. vado al bagno ancora una volta, l'ostetrica è gentile ma si sta scocciando perché la chiamo troppo spesso per togliermi il tracciato. io vado in bagno, ma sia per sedermi che per rialzarmi e poi per fare il bidè devo farmi sostenere da mia madre.. Le contrazioni sono così forti che mi prendono anche le cosce e gli inguini, sento le gambe che cedono. mia madre chiede di chiamare il medico in turno (ormai sono le 23), lui arriva infastidito perché ha dormito solo due ore, mi visita a malavoglia ma poi stupito esclama bene, è dilatata di 3 cm, tutto è pronto. magari per domani in mattinata partorirà non credevo l'avrei mai fatto, ma di fronte all'idea di sentirmi spezzare in due dal dolore ancora per tutta la notte e la mattina successiva, arrivo a chiedere che mi facciano l'epidurale, per quanto fossi assolutamente contraria e l'avessi ribadito a tutti più volte. mi dicono di stare in piedi perché andranno a chiamare l'anestesista, mi staccano il tracciato e io resto lì, con le mani attaccate alle sbarre del letto, non sapendo se avrei voluto svenire oppure scappare via finché le gambe mi reggevano. l'anestesista sembra non arrivare mai (ed in effetti ci mette un po di tempo, l'hanno chiamata alle 23.30 e lei con tutta calma appare intorno alle 00.30). con le mie gambe, sorretta da Cristina, vado in sala operatoria dove mi applicheranno il cateterino. intanto mia madre sveglia Dany e lo fa venire di corsa. in sala operatoria mi fanno sedere sul lettino con la testa in avanti, un'infermiera mi blocca la testa contro la sua pancia e mi spinge verso il basso. l'anestesista cerca di mettermi l'ago, io tiro un urlo e salto sul letto (ma in quel momento ho l'impressione di non essere stata pienamente cosciente, in quella posizione mi mancava l'ossigeno e mi sembrava di stare vivendo un incubo in terza persona). l'anestesista mi rimprovera, aveva già l'ago dentro e deve estrarlo perché mi sono mossa. sono troppo stanca, persino il manicotto dello sfigmomanometro che mi misura la pressione che si gonfia a si sgonfia ogni 2 minuti mi sembra un dolore intollerabile, per non parlare di mantenere quella posizione mentre le contrazioni arrivano ogni minuto e mezzo. l'anestesista vuole lasciar perdere, ma io insisto perché riprovi per la 4 volta ad inserire il catetere dopo aver già inserito l'ago (infatti sono stata bucherellata più e più volte). l'anestesista, che è una ragazza giovane e un po saputella, comincia a lamentarsi della mia schiena, dice che sono storta, forse ho la scoliosi, che lei ha sempre lavorato bene ma in quelle condizioni sono io ad ostacolarle il suo lavoro, beh insomma, era una dolcezza di donna! finalmente ci riesce (in realtà non molto bene, infatti il giorno dopo quando mi hanno tolto il cateterino, questo è venuto via assieme al cerotto) poi mi fa accomodare sul mio letto dove farà un test per dosare il farmaco. mi dice: mi avvisi quando sente formicolare le gambe...ma io non sentirò mai quella sensazione, mi visitano nel frattempo e sono già dilatata 5 cm abbondanti. io sento la necessità di spingere così mi portano direttamente in sala parto senza passare più per la mia camera di travaglio, e lì finalmente trovo mio marito. avevo chiesto che si mettesse la poltrona in posizione retta, in modo da esercitare spinte più efficaci, e invece mi stendono e sento dire all'ostetrica che il battito del bimbo sta calando, deve nascere subito. io spingo come una pazza, ma il sacco non si rompe, così il dottore mi fa la manovra di Kristeller e mi spinge sull'addome..in realtà troppo in alto perché ho l'impressione mi stia fratturando le costole. non so dove trovo la forza di parlare, chiedo del bimbo e mi dicono se nasce adesso starà bene. il dottore rompe il sacco, le acque escono come sparate e tutti urlano (ma che cavolo, non hanno mai assistito ad un parto?) perché ne restano tutti investiti e bagnati. Dany non parla, mi tiene solo la mano, io mi concentro e con altre due spinte sento piangere il mio bimbo ore 01.23 in quel momento ho avuto la certezza che tutto era passato, e che me ne sarei dimenticata presto. non sentivo più nulla, era presente solo la mia mente, concentrata su quel pianto bellissimo ed inconfondibile (il mio Javi quando piange sembra dire he-hè he-hè). in un battibaleno avviene anche il secondamento, e mi danno subito il mio bimbo... puzzacchia un po di sangue, ma sotto quell'odore inizio a sentire il bellissimo profumo della sua pelle, non so nemmeno descriverlo, un odore di amore, un profumo di dolcezza che ti fa scendere le lacrime appena gli annusi la fronte e lui mi guarda, avvolto in quelle coperte (una bianca dentro ed una gialla fuori), con il suo visino viola-grigio (aveva il volto impegnato nel canale del parto invece che la parte superiore della testa), ed io capisco che non ho vissuto se non per quel momento, che non sono stata niente fino ad ora, e che esisto solo per proteggere ed amare con tutta me stessa quella creatura meravigliosa me lo lasciano sul petto perché mi vedono estasiata, e nel frattempo mi danno i punti, borbottando perché ho un vaso che non vuole smettere di sanguinare, e me non importa proprio più nulla di nulla, il tempo si è fermato nell'istante in cui ho abbracciato il mio carlo Javier. da quel momento ricordo che siamo stati trasferiti di nuovo nella stanza, ho attaccato al seno il mio bimbo e dopo credo due-tre ore mi trasferiscono in reparto di ostetricia, così devo salutarlo, perché ... il resto della notte nel nido.
la mattina dopo alle 9 me lo riconsegnano e da quel momento non ci siamo mai più lasciati, sento che siamo talmente legati che il non vederlo anche solo per 10 minuti mi fa tremendamente soffrire, non credo esista amore più grande e perfetto, e in grado di dare soddisfazione come questo. mi sembra di averlo ancora dentro alla mia pancia, ma con la differenza che ora so che volto ha, e conosco il suo sguardo di tenerezza verso di me, uno sguardo che non mi abbandona mai, perché lui mi fissa sempre anche se è in braccio a qualcun altro. ecco, è tutto. è stata dura, adesso soffro per le tremende emorroidi che mi sono venute in seguito alle spinte e per i punti dell'episiotomia, mi fa male il seno perché è arrivato il latte ma sopporterei questo ed altro ancora perché ho lui nella mia vita!!!

(post originale)

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