lunedì 27 giugno 2011

ho partorito in Iran

Mi chiamo Elena, ho 34 anni e sono in giro per il mondo da quando ne avevo 3. Sono stata espatriata prima come figlia e ora come moglie e mamma, la mia prima avventura da sposata é iniziata proprio a Teheran. Sono arrivata in Iran a giugno 2001, io e mio marito ci siamo ambientati, ho iniziato un corso di lingua farsi, abbiamo preso una cagnolina come allenamento per futuri figli e poi abbiamo cominciato a pensare ad avere un bimbo.

Già ad agosto ero incinta, mi ricordo ancora molto bene il giorno in cui sono andata in farmacia con il vocabolario e un po' mimando un po' spiegandomi a parole mi sono fatta dare un test di gravidanza, era positivo... Da un'amica del corso di lingua mi sono fatta consigliare il nome di un ginecologo e così fissai un appuntamento con il dottore. Andai all'appuntamento con mio marito e il dottore ci piacque molto, un tipo iperattivo, aveva studiato in Inghilterra e Svizzera e ci sembrò preparato; mi fece i normali esami del sangue e urine e mi fissò l'ecografia per il mese successivo.

Subito si presentò il problema del parto,

lunedì 20 giugno 2011

il mio cane erano due giorni che mi stava addosso

Premetto una cosa: gli animali sono straordinari, il mio cane erano due giorni che mi stava addosso... tutto il giorno, voleva perennemente stare sulla mia pancia, soprattutto ieri .... Il che mi ha fatto insospettire!

Vado a letto a mezzanotte, con qualche dolorino sospetto! Mi sveglio alle tre, con forte bisogno di evacuare (come per il precedente parto) mi tranquillizzo, torno a letto, dopo 5 minuti, parte un'altra liberazione! Nel frattempo nelle 2 volte sputo l'anima! Ritorno a letto, ma le contrazioni sono una ogni 3-4 minuti, ragiono, mi faccio un bel bagno caldo per vedere se riesco a farmi un po' di travaglio a casa! La prima mi aveva fregato ero andata troppo presto e a 2-3 cm mi ero bloccata, probabilmente dall'emozione mi era salita l'adrenalina!

sabato 11 giugno 2011

mi guarda impaurito e stanchissimo

Cerco di essere breve per non tediarvi troppo...

Il 29 ottobre alla 41+3 vengo ricorverata in ospedale per l'induzione del parto (Daniele non ne voleva sapere proprio di uscire...). Mi mettono una fettuccia all'interno della cervice e per 8 ore non accade nulla, poi si rompono le acque e iniziano contrazioni regolari circa ogni 5 minuti. Le ostetriche mi spiegano che la rottura delle acque ha causato una regolarizzazione immediata delle contrazioni, ho saltato quindi la fase delle contrazioni irregolari.

Inizialmente il dolore è sopportabile, mi alzo, cammino, respiro. Dopo circa 6 ore la dilatazione è di 5 cm e chiamo mio marito che corre in ospedale per andare in sala travaglio insieme. Sono le 5 del mattino.

lunedì 6 giugno 2011

riesco ad avere la forza di attaccarla al seno

Allora ci provo ...
era il giorno preciso della scadenza, la mattina sono andata a fare il controllo, c'era il mio gine che mi ha assicurato che ci sarebbe stato per tutta la settimana, per cui di stare tranquilla.
Alle 12 inzio a sentire i primi doloretti, lo chiamo, mi dice di aspettare ad andare in Ospedale; resisto sino alle 19 ma poi lo richiamo e dico che vado. Lui mi dice che ha già avvertito il suo collega di turno e che comunque lo avviserà lui quando sarà il momento.
Fiduciosa vado. Mi vista il ginecologo suo amico, che era sceso apposta all'accettazione, vedo l'ostetrica che fa facce strane quando lui mi dice che con due goccine partorisco in un battibaleno perchè sono già un po' aperta e ho i tessuti morbidi. Io in effetti non vorrei, e dico che preferisco un travaglio naturale. Lui mi fa portare su in Sala Parto, mi fa mettere il monitoraggio, dopo un quarto d'ora ritorna e mi dice che va bene, ma che le contrazioni sono irregolari e che la bambina, se va avanti troppe ore così potrebbe stancarsi.

giovedì 2 giugno 2011

non vorrà mica partorire con quella faccia

È qui vicino a me. Mi trotterella intorno, mi chiama con quella vocina dolce che sa diventare imperiosa e furente quando vuole imporsi e difendere le proprie ragioni. Un furetto biondo, intelligente e vivacissimo, sempre indaffarato e perennemente in movimento. Mi guarda con gli occhi furbi e già so che sta per combinarne una delle sue. Gli invidio tutta quell'energia, quella inesausta volontà che lo sorregge in ogni situazione e gli permette di tener testa tranquillamente - si fa per dire - al fratello maggiore nelle inevitabili dispute quotidiane.

Ripensare alla sua nascita, diciotto mesi dopo, per raccontarla così come avevo fatto per la mia prima esperienza di maternità, è stata un'occasione che ho colto volentieri, ma che mi è costata, inaspettatamente, una certa fatica. Il diario del mio primo parto l'ho scritto di getto, a caldo, per me sola, ed in seguito, soltanto dopo alcuni anni, ho deciso di pubblicarlo. Questa volta invece il percorso è stato fatto, per così dire, all'incontrario. Il mio secondo parto non l'ho scritto per me stessa, spinta dal desiderio di fissare sulla carta quell'esperienza meravigliosa ed esaltante.

Non l'ho mai scritto.

Fino ad ora.