venerdì 28 ottobre 2011

ho avuto il parto che sognavo... e ci sono ancora per raccontarlo

Premetto che, secondo me, quando si è in attesa o si programma una gravidanza non bisognerebbe mai leggere nè i racconti del parto, nè guardare i video del parto su Youtube (io l'ho fatto e sono svenuta), nè parlare con persone che hanno avuto particolari sfighe durante il parto. Io sono tra queste ultime.
Trascrivo il racconto del parto che avevo postato su Alf pochi giorni dopo che la Purulla era nata, quando ero ancora "fresca" di ricordi.

Domenica dopo aver fatto un bel bagno caldo alle 14:50 circa inizio ad avere qualche doloretto. Mi preparo e vado con mio marito a trovare miei suoceri... e mentre beviamo il the i doloretti diventano più intensi e ravvicinati. Guardo l'ora, sono ogni 5 minuti circa, non mi piego in due dal male ma dico che è il caso di avviarci in ospedale... Così facciamo tappa a casa dei miei, mentre mio marito va a prendere la valigia a casa, e i dolori sono decisamente intensi, non so in quale posizione mettermi, trovo sollievo mettendomi per terra, carponi contro una poltrona, e lasciandomi andare al dolore... Nel frattempo sono passate le 17, arriva mio marito con la valigia e andiamo in ospedale. Mi visitano, 2 cm di dilatazione, la dottoressa dice che la testa è ancora alta ma visto che le contrazioni sono davvero molto ravvicinate mi mandano in sala parto, sono circa le 18... Vorrei usare la vasca ma purtroppo il macchinario per la CTG senza fili è scarico, quindi continuo con le mie posizioni carponi, chiedo di poter almeno usare la doccia e nel frattempo mi metto sdraiata su un fianco e dico a mio marito di uscire (poveretto, mi vedeva patire senza poter fare niente di niente e mi faceva un po' effetto). L'ostetrica mi ricontrolla, mi sono dilatata di 8 cm in meno di un'ora, "ma non sentivi il bisogno di spingere???!!!"
Spingo e si rompono le acque, il liquido è tinto per cui mi fanno una piccola episiotomia, altre due spinte e la mia bimba nasce
Mi sento potentissima, provo una felicità e un senso di onnipotenza indescrivibile.
Me la mettono in braccio dopo averle dato una pulita veloce, sono al settimo cielo, ma devono portarla a fare dei controlli perchè il liquido era tinto.

E qui iniziano i problemi. L'ostetrica e la dottoressa iniziano a ricucire, mi spremono la pancia per far uscire i coaguli, mi ha fatto molto più male la spremitura di tutto il travaglio e il parto messi insieme... Mi ricuciono, devono darmi un punto all'apice che continua a buttare sangue, poi dicono che ho smesso di sanguinare e mi mettono in sala osservazione come da routine. Inizio a sentirmi male, so che dovrei provare freddo per il crollo della tensione, ma oltre al freddo mi sento svenire e mi viene da vomitare. Dopo un po' chiedo a mio marito, tornato dai controlli e dal primo bagnetto alla nostra bimba, di chiedere a un'infermiera di cambiarmi il pannetto perchè mi sento zuppa. Arriva un'ostetrica che mi da una bustina di zucchero, non mi guarda e dice tipo "eh quante storie, che sarà mai". La sensazione di "andare via" che ho non passa, anzi peggiora. Stessa ostetrica, mi mette del ghiaccio sul viso e basta, senza guardarmi. Arriva finalmente l'ostetrica che mi ha fatto partorire, controlla e la vedo sbiancare, manda via mio marito e tutte le altre persone presenti, va a chiamare prima un'altra ostetrica e poi un medico. Mi portano di corsa in sala operatoria, ho paura come non ne ho mai avuta, credo di morire. Mi sento svenire ma mi sento "bloccata", per fortuna, sono in sala operatoria, sento che mi mettono una cuffia, mi allargano gambe e braccia, sento un uomo che mi chiede di spingere cercandomi una vena sul collo, dico che non ce la faccio a spingere, lo sento dire "ketamina, ketamina" e finalmente inizio a sognare.
Mi risveglio lunedì mattina senza avere la minima cognizione di quello che è successo, guardo l'orologio che segna le 11, è mattina ma non me ne rendo conto. In pratica mi si era formato un ematoma in vagina, si era rotta un'arteria "dietro" e la dottoressa che mi ha ricucita non se ne era accorta.
Ho perso 3 litri e mezzo di sangue, mi hanno fatto quattro trasfusioni, domenica sera hanno detto a mio marito e ai miei genitori "dobbiamo vedere se passa la notte, è una ragazza giovane, forse ce la fa", per fortuna è andato tutto per il meglio ma "dopo" che mi sono resa conto di quello che era successo ho avuto davvero paura.

* * *

Un consiglio, se dovete partorire: rompete le palle.

Se "sentite" che qualcosa non va, vuol dire che qualcosa non va come dovrebbe. Bastava che mi misurassero la pressione quando ho fatto presente che non mi sentivo bene, e non avrei avuto bisogno nè di interventi chirurgici in emergenza, nè di trasfusioni, nè di essere intubata e sedata per una notte intera, mentre mia figlia era lontana da me.

Io non sono una persona lamentosa, non avevo alcuna paura del parto (e infatti mi sono lasciata andare al dolore, l'ho lasciato fluire, tant'è che il travaglio è durato pochissimo), ma non ho rotto abbastanza le scatole affinchè mi controllassero e ho rischiato di morire, e non è una bella sensazione. A ripensarci sto tuttora malissimo, così come mio marito e i miei genitori che hanno vissuto con angoscia anzichè con gioia il giorno della nascita della Purulla.

Mafalda (post originale)

5 commenti:

  1. Grazie. Non potevi scrivere un titolo migliore :)

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  2. Prego Mafalda, in realtà ho estratto due frasi dai tuoi commenti ;) Mi fa piacere se ci ho preso

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  3. Cara Mafalda, quello che è successo a te è uno dei òpiù gravi rischi che si possono correre quando nel dopo parto sottovalutiamo il dolore della donna. Tanto dolore dopo il parto può essere proprio il segno di una raccolta importante di sangue che "butta" da un vaso che perde di cui nessuno se ne è accorto.
    Anche questo è uno dei racconti che stampo e appendo in sala parto.
    Ti auguro davvero di superare presto questo grandissimo spavento, ancorandoti alla sensazione di "essere qui" per raccontarcela
    Un abbraccio
    Marisa

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  4. Grazie Marisa! In realtà non avevo alcun dolore. Sentivo solo che qualcosa non andava e che avevo un gran sonno... per fortuna non mi sono addormentata.

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  5. "Un consiglio, se dovete partorire: rompete le palle." Da appendere a capolettere sui muri degli ospedali, alla Nanni Moretti.

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