giovedì 13 maggio 2010

Sono talmente felice che non ci penso più

Giovedì sera 27 agosto con mio marito abbiamo fatto le cosacce, sperando che questo, insieme alla luna che stava cambiando, potesse dare un aiutino a sfrattare l'elefantino. Beh, nella notte ho avuto contrazioni piuttosto forti per diverse ore, ma poi si sono bloccate: sconforto! Ennesimo falso allarme!!! Uffa!

Il mattino del 28 mi alzo per andare in bagno e sorpresa: sangue sulla carta!!! Non era denso, ma c'era, così ho pensato: che sia il famoso tappo?? Eppure, no, mi hanno tutti detto che il colore è diverso... mah?! Telefono a mio marito per avvisarlo, dicendogli comunque di stare calmo, quindi telefono in sala parto per chiedere se la cosa mi debba mettere in allarme. Al telefono l'ostetrica, molto gentile, mi dice che probabilmente le contrazioni che ho avuto la sera precedente hanno iniziato a modificare il collo dell'utero, che non è niente, ma che se voglio posso andare in ospedale da loro per farmi controllare. Decido di andare, più che altro per sapere a che punto sono come collo dell'utero; non sono agitata, so che è normale avere piccole perdite.

Chiamo i miei genitori (mio marito è al lavoro, mia suocera non ha la patente e mio suocero è impegnato in giardino con gli operai per la costruzione del garage), i quali arrivano (dopo un'ora e mezza) e mi portano in ospedale. Arrivata, mi fanno 1 tracciato dal quale emergono contrazioni, ma poco rilevanti (io ho solo doloretti simili a quelli mestruali) e poi mi portano dal ginecologo per la visita. Ho il collo appianato di 3 cm e decidono di ricoverarmi. Oh, dio, non me l'aspettavo! Chiedo all'ostetrica: "Ma, quindi, ho speranza di partorire a breve?" Lei ride, mi chiede: "Cosa intendi per breve?", ed io: "Beh, nei prossimi giorni", e lei: "Ah, sì, certo, nei prossimi giorni sicuramente." EVVAI!!!
Mando i genitori a casa (stanno diventando agitosi) e chiamo mio marito. Lui esce 10 minuti prima da lavoro, passa a casa, pranza e viene giù in ospedale per portarmi la borsa con tutte le cose pronte per il parto.

La giornata procede tranquilla e noiosa: c'è poca gente in reparto, tanto che ci sono molti letti liberi ed io capito in una camera con un letto libero (le camere lì sono da 2). Io sto benissimo, ho solo lievi doloretti mestruali, ma niente di che. Mi fanno fare un altro tracciato nel tardo pomeriggio e la situazione non è cambiata dal mattino. Io chiedo all'ostetrica: "Quindi ora che si fa? Intendo: si aspetta ad oltranza fino a quando non parte il tutto, o cosa?" Lei mi risponde: "Mah, vediamo, puo' anche essere che se la situazione è sempre questa ti mandano a casa". NOOOOOOOOOOOO! IO VOGLIO PARTORIRE!!!

Mio marito resta con me fino a dopo cena, poi, alle 22.00, deve andar via. Vado a dormire ansiosa perché ormai sono convinta che il giorno seguente mi manderanno a casa e chissà quando finalmente potrò partorire. Non riesco a dormire: ho sempre quei doloretti, poi mi sento inquieta, nessuna posizione sembra andar bene. Alle 2.00 mi alzo per far pipì, quando torno e mi siedo sul letto sento un liquido scendere a bagnarmi le mutande. Subito non ci dò peso e penso alle solite perdite di muco, ma quando, girandomi nel letto, sento le mutande letteralmente inzupparsi e del bagnato anche sul lenzuolo sotto, mi alzo e vado dalle infermiere. In quel momento arriva lostetrica di turno e le dico: "Guardi, non so se mi sono fatta la pipì addosso o se mi si sono rotte le acque". Lei mi visita e mi dice subito che ho rotto le membrane, ma in alto, x quello il flusso non è intenso e che la dilatazione è sempre di 3 cm. Mi dice che dovrebbero partirmi a breve le contrazioni, ma che se così non dovesse essere, dopo 12 ore mi dovranno somministrare un antibiotico (per il rischio di contrarre infezioni) e dopo 24 ore indurre il parto. Dopodiché mi porta un paio di mutande di rete (comodissime!) e un enorme assorbente (per niente fastidioso) e mi manda in camera. Io sono euforica: finalmente sto per partorire!!! Non ci credo!!!
Tempo mezz'ora e le contrazioni arrivano veramente. Mamma mia, che dolore! Sono dei crampi molto forti che mi prendono tutta la pancia e la schiena levandomi il fiato. So che camminare aiuta a velocizzare il travaglio, così mi trascino avanti ed indietro per il corridoio gemendo (con buona pace delle altre ricoverate, poverette). Mi aggrappo ai davanzali quando il dolore raggiunge il picco. Ancora è sopportabile, sono più o meno uno ogni 7-8 minuti, tanto che faccio in tempo a lavarmi i capelli tra l'una e l'altra (detesto avere i capelli sporchi e visto che li avevo lavati quel mattino ho pensato chissà quando potrò lavarli di nuovo, se partorisco? Sono un po' pazza, lo so!).
Più il tempo passa e più i dolori aumentano, gradualmente, ormai gemo sempre più forte, così decido di chiamare mio marito e farlo venire giù. Lui non si aspettava mai più una simile telefonata ("Tesoro, ho rotto le acque e ho contrazioni, puoi venire?"), si agita, ma si precipita in ospedale e arriva dopo 20 minuti.
Da allora resta sempre con me, si assenta solo per andarmi a prendere un succo di frutta al distributore, mi massaggia la schiena in continuazione, mi sembra che la cosa mi dia sollievo. Non pensavo potesse essere possibile, ma il dolore aumenta sempre di più e le contrazioni sono ogni 5 minuti circa. Ormai non gemo più silenziosamente, ma faccio dei versi strani che ricordano un po' l'"Ohmmmm" della meditazione. Avrò tenuto sveglio tutto il reparto... Arriva un'ostetrica e le chiedo per quanto potrei avercene ancora; lei mi risponde: "Eh, anche due giorni, mia sorella ci ha messo due giorni per partorire" PANICO!!! Io mi agito e dico: "Ma io non ce la faccio a sopportare tutto questo per due giorni!", inizio a pensare che morirò prima di sera. La supplico di darmi qualcosa per il dolore e lei mi dice che per quello avrei dovuto andare a partorire al [...], che loro non mi possono dare niente, che se proprio voglio mi può dare un Buscopan (dicendomi, molto incoraggiante: "Eh, io te lo do, ma tanto non serve a niente, se tu te ne convinci"). Questa ostetrica fantastica prosegue sgridandomi perché respiro male, dice che respiro troppo affannosamente (in effetti mi gira la testa perché vado in iperventilazione), che mi agito troppo (certo, se mi portasse una confezione di pop-corn mi rilasserei a guardare un film, come no?!), che tanto ne avrò ancora per un sacco di tempo. Mi visitano e sono sempre di 3 cm.

Mi prende lo sconforto, così in camera assumo 5 granuli di Caulophyllum che mi avevano dato in farmacia per velocizzare la dilatazione e prego che la cosa funzioni..

Le prime ore continuo a camminare in corridoio, mi fermo solo quando arriva il picco della contrazione, mio marito al mio fianco che mi dice "Respira bene" e mi incoraggia, mi massaggia la schiena e mi guarda con gli occhi lucidi, so che soffre nel vedermi così e non poter fare niente. Tra una contrazione e l'altra mi prendono attacchi di sonno e lui mi regge perché rischio di cadere per terra, mi si chiudono letteralmente gli occhi...

Alle 7.00 quell'ostetrica simpatica come una m***a mi chiama a fare il tracciato. Io mi spavento e chiedo se è proprio necessario: il dolore delle contrazioni è forte e lo sopporto solo stando seduta sul letto (e sbattendo la gamba sull'asse sotto, non so perché, mi distraeva dalla pancia), non riesco a starmene coricata immobile. Lei prima mi sgrida e mi dice che non devo essere così pusillanime, che a lei non piacciono le donne poco coraggiose, ma mi permette di fare il tracciato da seduta, sgridandomi poi perché il sensore si sposta perdendo il battito dal momento che io, nel pieno della contrazione, ondeggio il bacino ed il busto. Poi mi fa sdraiare e mi rompe le acque da sotto con il bastoncino (senza nemmeno dirmelo, eh!) facendomi malissimo perché spinge con quel dannato coso e mi dice di spingere anche io, ma io non ci riesco perché spingere durante la contrazione fa male. Lei mi sgrida di nuovo perché fatica a fare questa amnioressi, poi ci riesce e tutto il letto si inzuppa... Mi lascia lì sul letto, dolorante e bagnata, torna dopo un minuto e mi butta sul letto un pannolone. Io mi alzo e le chiedo di aiutarmi ad indossare di nuovo le mutande di rete, lei, sempre simpatica come una m***a, mi risponde: "No, non ti aiuto. Devi fare da sola. Lo sai che dovrai partorire accovacciata" (N.d.A. dovrai??? Cè forse una legge che mi impone di partorire accovacciata???) Cosa credi, che qualcuno allora ti aiuterà?" e se ne va... così faccio da sola faticosamente... tra una contrazione e l'altra mentre mi trascino in camera, piegata in due, urlando (dopo l'amnioressi le contrazioni sono partite a palla). Dicono a mio marito di dire loro quando e se sentissi il bisogno di spingere.

In camera sto seduta sul bordo del letto e quando sento arrivare la contrazione mi alzo e mi aggrappo al comodino, mentre mio marito mi massaggia la schiena, con le lacrime agli occhi. Urlo talmente tanto che tra un dolore e l'altro mi vergogno, ma quando la contrazione arriva non riesco a non urlare.

Il tutto va avanti così fino alle 9.30 circa, ogni tanto assumo qualche altro granulo di Caulophyllum, quando, all'ennesima contrazione avverto anche voglia di spingere. Mando mio marito a dirlo alle ostetriche. Nel frattempo, per fortuna, erano cambiate perché alle 8.00 c'è il cambio turno, così non c'è più quella simpaticissima, meno male! Ci fanno andare in sala parto.

Lì incontro il mio angelo: l'ostetrica Maura, è una donna giovane (sui 35-40 anni massimo), carina, sorridente, con un modo di parlare dolce e confortante... mi accompagnerà lei per tutto il parto, che fortuna! Oltre alle ostetriche, anche i medici hanno cambiato il turno e ora c'è la ginecologa di mia cognata, quella dottoressa fantastica che mi aveva visitata due giorni prima e si ricordava di me. Ho poi saputo a posteriori che appena ha visto che ero in travaglio, ha subito prenotato per me la sala operatoria, preavvisando che forse avrei avuto bisogno di un cesareo, viste le dimensioni stimate del piccolo. Lei mi visita e mi trova a 7 cm di dilatazione, mi dice che sicuramente, in un modo o nell'altro, entro la fine della mattinata io avrò partorito. CHE BELLA NOTIZIA!!! Allora magari ce la faccio!!!!! (ormai ero davvero convinta che sarei morta).
Maura mi mette la fascia del monitoraggio, ma non mi sgrida quando il battito si perde perché io muovendomi faccio spostare il sensore, anzi, mi dice che è inevitabile muoversi quando fa male, che non è un problema.

Resto in sala parto: praticamente è come un camera da letto matrimoniale, con tanto di lettone, così mio marito si sdraia vicino a me ed io me ne sto seduta, dondolandomi, con una mano aggrappata a lui e con l'altra a Maura, che non mi lascia quasi mai (se non per andarmi a prendere dell'acqua o per portare documenti di là) e mi incoraggia, mi dice che sono brava, di continuare così, di respirare a fondo e lasciarmi andare (tendevo ad irrigidirmi per il dolore). Ogni tanto me la abbraccio e lei mi massaggia, mi coccola. Avevo davvero bisogno di contatto umano (ad un certo punto sono uscita, provando a passeggiare, ma una contrazione mi ha colta d'improvviso: passava di lì un'infermiera del nido e io mi ci sono praticamente buttata fra le braccia!), non avrei mai pensato perché normalmente io non sono affatto espansiva in quel senso, invece... col dolore del travaglio si perde davvero il cervello e ci si comporta come non ci si sarebbe mai comportate. Io supplicavo chiunque di farmi un cesareo!

Alle 10.45 Maura mi dice che mi avrebbe messo una flebo di ossitocina, che avremmo visto come la situazione sarebbe andata avanti e nel caso il cesareo me lo avrebbero fatto davvero. Ogni tanto passava la dottoressa di mia cognata e si informava sulle mie condizioni, mi incoraggiava. Io a sentire dell'ossitocina vado in panico, le dico che ho paura, le chiedo se avrei sentito ancora più dolore, visto che già così mi sentivo morire (urlavo talmente tanto durante le contrazioni, che mi avranno sentito perfino nelle cucine). Lei mi dice che avrebbe soltanto regolarizzato le contrazioni ed è così: in effetti non sentivo più dolore, ma le contrazioni a quel punto erano ogni 3 minuti circa. Ogni volta che ne passava una guardavo l'orologio rassegnata per quando ne sarebbe arrivata un'altra.

Ad un certo punto, verso le 11.30, la voglia di spingere aumenta e Maura, visitandomi, mi trova dilatata di 9 cm. Mi dice che è presto per spingere, ma che se proprio non ci riesco ad evitare di farlo, di non preoccuparmi. Dopo 10 minuti nemmeno ero arrivata ai famosi 10 cm. Maura allora mi fa sdraiare e mi mette 2 dita dentro (credo, io non vedevo), dice che sente la testa, che però è alta. Mi incita a spingere per farla scender, e mi dice di spingere come per spingere fuori le sue dita: è difficile, perché fa male, ma la voglia di spingere è talmente forte che mi impegno. Le contrazioni ora sono sempre dolorose, ma in modo diverso, è come se si avesse un modo per sfogare il dolore, spingendo intendo. Ad ogni spinta si fa così: io devo spingere fuori le sue dita e lei mi incita, mi dice che sono brava... ad ogni spinta mi fa aggrappare le ginocchia divaricate e tirarmele verso il petto, mentre mio marito ha il compito di tenermi il collo aiutandomi a spingere in avanti la testa, per fare + sforzo.

Tutto questo va avanti fino alle 13.00, quando Maura fa chiamare la ginecologa di mia cognata, mi visita anche lei e mi spiega che ho la sinfisi pubica troppo stretta, che la testa è ancora alta, che non riesce a passare... Insiste nel dire che non è un problema di bacino il mio, ma del bimbo che ha la testa troppo grossa e non scende (nel libretto di dimissioni scriveranno sproporzione cefalo-pelvica). Mi dice io posso anche lasciarti fare un'altra ora o due di spinte, ma non servirebbe a niente, ti farei un cesareo. Maura dietro di lei annuisce ed io non me lo faccio ripetere due volte. Ci sarebbe un intervento di appendicectomia, ma la ginecologa mi fa passare prima, così Maura inizia a prepararmi: incarica mio marito di togliermi catenina e orecchini; lei poi tra una contrazione e l'altra mi rasa il pube con un rasoio e mi mette il catetere (cosa che mi spaventava tantissimo, invece non ho sentito niente, se non un leggerissimo bruciore quando l'ha infilato). Intanto firmo il consenso informato (senza nemmeno leggerlo, ovviamente penso solo che presto non sentirò più dolore) e Maura mi fa spogliare. Intanto continuo a spingere, sia lei che la ginecologa mi dicono che posso smettere, ma io non ci riesco proprio, continuerò a spingere perfino in sala operatoria, suscitando lo stupore di tutti (Maura a tutti dice: "Guardate che brava, che voglia matta di spingere che ha!").

Mi fanno mettere su una barella, mi coprono con un telo, mi mettono una cuffia in testa e via, in sala operatoria!

Saluto mio marito ed entro... Maura è sempre con me e tutta lequipe mi rassicura, mi spiegano passo per passo cosa mi stanno facendo... io sono agitatissima e tremo talmente tanto che faticano a mettermi la flebo e nel corso dell'intervento l'ago si toglie, così me la devono rifare all'altro braccio. Mi fanno girare su un fianco, sento una puntura nella schiena (l'anestesista era un po' disperato perché io lì sono piena di nei) e magicamente, 5 secondi dopo, tutto il dolore cessa.

Mi sento in paradiso... dalle spalle in giù non sento più niente; alzano il telino e iniziano. In 5 minuti prendono il bimbo, me lo dice Maura, che è accanto a me (sento la ginecologa e gli altri dello staff che dicono che grosso che è!), lo prende lei e lo porta di là a lavare, sento che piange e piango anche io. Maura poi me lo porta e me lo mette vicino al viso, così che possa baciarlo, annusarlo e guardarlo e anche lui mi guarda. Che emozione!

Dopo qualche minuto lei lo porta fuori al neo-papà e io resto ancora lì per 20-30 minuti, che mi cuciono quando tutto è finito, arriva Maura a riportarmi in camera con la barella; appena uscita dalla sala vedo mia madre, che era stata avvisata da mio marito: è emozionata e mi bacia. Mi sistemano nel letto e mi rivestono. Io tremo ancora tanto, per il freddo che c'era in sala operatoria e per lemozione.

A quel punto è orario di visite e ci sono i miei genitori, i miei suoceri e la sorella di mio marito con il compagno. Mi dà un po' fastidio avere gente intorno, avrei voluto che quello fosse un momento solo mio e di mio marito, ma pazienza, sono talmente felice che non ci penso più. Di tanto in tanto arriva mio marito con il piccolo lavato e vestito.


E da allora è iniziata lavventura di essere mamma!!!!!


Mr Chuckino è nato a 37 + 6: 3,720 kg x 51 cm di lunghezza e 36 cm di circonferenza cranica

Tay e Orlando (post originale)

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