martedì 15 giugno 2010

L'ho fatto sul serio, cioè, ho fatto una bambina

Siamo qui!
Siamo a casa!
Incredibile ma vero: ho partorito. L'ho fatto sul serio, cioè, ho fatto una bambina! Mi sembra ancora così strano...

Viola (ebbene si, questo il nome di mia figlia deciso in zona Cesarini al momento della registrazione anagrafica) ringrazia tutti i suoi supporter, e io con lei. Vorrei rispondervi singolarmente ma, come potrete immaginare, in questo momento la mia vita si è leggermente - e meravigliosamente - incasinata...

Ed è strano come mi sento.
Sono un po' felice e un po' disperata, un po' isterica e un po' iperattiva, un po' babyblues e un po' babyboom, un po' mamma e un po' aridatemeformentera...
In poche parole sono la solita disturbata mentale, ma più grave e con una figlia.

Il parto è andato...
Ecco...
Diciamo che è andato.

Diciamo che la piccola mi ha iniziato subito a prendere per il culo alle 4 della notte precedente il ricovero, quando - alè! - mi sono partite le contrazioni.
Insomma, sono entrata in clinica che ero già in travaglio.
Mi sistemo, agocannula, preparazione, prelievo e mi fanno un primo monitoraggio e visita: contrazioni forti ma ancora distanziate, collo dell'utero chiuso per ferie. Arriva l'anestesista, quello che per la cronaca NON somiglia al dott. Shepherd ma che è bravo, così bravo che dolore non ne sento, ma la pressione di quell'ago che mi entra nella schiena con un rumorino da film horror d'essai mi è rimasto piuttosto impresso.
Flebo di ossitocina.
Arrivano le contrazioni quelle serie, il tracciato sembra una frequenza di drum&bass, fortunatamente non le sento e riesco anche a sfruttare la famosa playlist, a guardare il tg e a leggere Vanity Fair con Ligabue nudo in copertina, che forse è la cosa che fa più male.
Quando ormai il tracciato è diventato techno-house mi rompono le acque. Un'impressione che la metà bastava.
Passano circa 5 ore, ma nonostante le contrazioni ormai a 2 minuti una dall'altra, collo rigido, dilatazione zero e - quel che è peggio - segni di sofferenza fetale.
Decidiamo per un cesareo.

Sono entrata in quella sala operatoria con le braccia che tremavano come se qualcuno me le stesse scuotendo. Anestesia/telo/ferri/apriamo/tiriamofuori... e poi...

IL PIANTO.
QUEL pianto.
E' nata. La vedo subito. E' bellissima, diversa da come l'avrei immaginata se mai ci avessi provato.

E adesso è qui.
Stranamente, sento lo stesso pianto...
E' ora che vada.

Wonderland (post originale)

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